«A Pomezia”¬ c’è un sindacato che manda a casa i lavoratori del comune: è il DICCAP, e con lui i suoi legali». Inizia così il lungo sfogo del Sindaco di Pomezia Fabio Fucci, che sulla sua pagina facebook fa nomi e cognomi di quelli che, a sua detta, sono responsabili di quella che è una novità delle ultime ore: la proroga dei contratti dei precari del Comune, che ci sarebbe dovuta essere domani, invece non ci sarà.
Il Sindaco tira in ballo il nome di un dipendente comunale, che è anche rappresentante del sindacato di Polizia Locale DiCCAP: Michele Gregis. Con lui, scrive Fucci, a far “saltare” la firma sarebbero stati gli avvocati Negroni, Bruni e Pecorilla. «Gli avvocati Negroni, Bruni e Pecorilla – dichiara il Primo cittadino – al termine di un’assemblea con parte del personale, hanno inviato al comune una nota in cui si riservano di “impugnare gli atti dinanzi alle competenti autorità”, “nell’interesse dei rispettivi assistiti”». «Gregis ed i suoi legali – sostiene Fucci – di fatto rompono la sintonia che avevamo creato con tutti i soggetti coinvolti che garantiva una serena vita, lavorativa e personale, ai “precari” del Comune di Pomezia e assicurava al tempo stesso all’Ente la necessaria forza-lavoro per erogare servizi di qualità ai cittadini».
«Ora tutto è saltato – continua il Sindaco – Il dirigente comunale che doveva procedere alla stipula dei contratti ha preso atto della minaccia dei legali del DICCAP e l’ipotesi più probabile in questo momento è che ritiri l’atto con cui disponeva la proroga dei contratti. Il risultato? Per colpa del DICCAP, di Michele Gregis e degli avvocati Negroni, Bruni e Pecorilla 107 persone dal 1 luglio si troveranno senza un lavoro. La nostra amministrazione, da sempre impegnata a garantire la prosecuzione dei rapporti di lavoro con i dipendenti, continuerà ad essere al fianco dei lavoratori e li sosterrà in ogni battaglia contro chi vuole affossare il loro futuro. Noi non vogliamo privarci della loro preziosa collaborazione, invece il DICCAP, Gregis, Negroni, Bruni, Pecorilla ed i nostri oppositori politici di fatto li vogliono a casa. I lavoratori non possono essere sacrificati in nome di una parcella di avvocato, dei contrasti politici, o in nome di pochi minuti di visibilità di un sindacato. Chi sfrutta i lavoratori per questo scopo è un vigliacco, opportunista che specula sulle spalle della vita delle persone». La vertenza precari sembra essersi, di fatto, riaperta.