Già diversi mesi fa, quando in città sono apparsi i primi striscioni rivendicati dal movimento di estrema destra Casapound, il neonato gruppo “Rete Antirazzista Pomezia” aveva risposto a modo suo: con manifesti affissi esattamente negli stessi punti. In quel periodo si stavano verificando le prime proteste dei migranti del centro di accoglienza di Santa Palomba, esasperati per le lunghe attese necessarie per ottenere i documenti che permetterebbero loro di lasciare l’Italia.
Circa una settimana fa è successo di nuovo. In corrispondenza di un’altra manifestazione di protesta da parte dei richiedenti asilo, sotto al residence 3C e al bivio di via Roma, a Pomezia, Casapound ha piazzato dei nuovi manifesti. Gli striscioni sono rimasti al loro posto fino a ieri, quando è entrata in azione la Rete Antirazzista, che ha coperto lo striscione del bivio (che riportava la scritta: “Casa, Lavoro e Dignità: riprendersi tutto”) con un altro manifesto di sua produzione. “Il mondo – secondo la Rete Antirazzista – non è diviso in italiani e stranieri, ma in oppressi ed oppressori”.
Qualcuno, però, già questa mattina ha strappato via il manifesto della Rete, e con esso anche quello sottostante di Casapound. Non si tratta di operatori del Comune, visto che i residui degli striscioni sono stati buttati in un piccolo secchio getta-carte della zona.
La “guerra” degli striscioni continua…