«Il ruolo dell’assistenza – è scritto nel documento del Bambin Gesù – ha il compito di alleviare la famiglia dagli oneri di assistenza che essa esercita e che aggravano notevolmente la fatica della convivenza con un paziente così gravemente malato». Ma «i Servizi Sociali – spiega la mamma – con la scusa della mancanza di fondi mi mettono a disposizione un’assistenza di una sola ora al giorno. La mattina viene una ragazza che in una sola ora tenta di fare tutto questo. Ma in un’ora non è possibile, è una violenza psicologica nei confronti di Andrea. Basterebbe che i Servizi Sociali effettuassero una visita domiciliare per accorgersi che mio figlio ha bisogno di un’assistenza diversa e maggiore. Ogni giorno, poi, suona alla porta una persona diversa, senza che io venga avvisata di chi mi troverò davanti. Tra l’altro – continua la mamma – ho più volte richiesto una presenza maschile perché mio figlio pesa circa 80 chili ed una ragazza non ha la forza necessaria per sollevarlo dal letto e portarlo nella vasca da bagno. Ma le richieste mie e di mio marito sono rimaste inascoltate. Se disgraziatamente Andrea dovesse cadere – continua – con chi me la dovrei prendere?».
La famiglia, inoltre, provvede ad assistere durante la notte il ragazzo, che ha bisogno di essere girato varie volte nel letto e nel pomeriggio pagando a proprie spese un’assistenza, perché la pensione mensile che Andrea prende non arriva minimamente a coprire tutto quello di cui ha bisogno. «C’è una ragazza che ci aiuta a portare Andrea fuori, ma Latina non è una città fatta a misura di persone con questo tipo di handicap – spiega la mamma -. Al mare non ci sono le passerelle per permettere ad Andrea di arrivare in spiaggia ed i marciapiedi di Latina sono impraticabili. Mio figlio è costretto a passare con la sedia a rotelle in mezzo alla strada, prendendosi i clacson delle auto e dei tanti cittadini che non immaginano cosa vuol dire essere nella sua condizione. Ad aiutarci – spesso – è mia figlia che si è appena sposata. Accorre ogni volta che l’assistente che viene la mattina non riesce a trasferire mio figlio dal letto alla vasca da bagno. Ma se fosse in stato interessante? Mi chiedo ogni volta che la chiamo».