Legambiente ha messo a confronto i dati dello smog di 102 città italiane con quelli suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Le città più inquinate si trovano al nord, specificatamente nel triangolo industriale, tuttavia sono pochi i centri che rientrano nei parametri disposti dall’Oms e Latina non è tra questi. Le città più distanti dall’obiettivo sono Alessandria (media annuale 33 µg/mc rispetto al limite OMS di 15 µg/mc); Milano (32 µg/mc), Brescia, Lodi, Mantova, Modena e Torino (31 µg/mc), che dovranno ridurre le concentrazioni di oltre il 50%. Situazioni difficili e obiettivo lontano anche per Asti, Avellino, Cremona, Padova, Piacenza, Reggio Emilia, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza (30 µg/mc). Delle 102 città analizzate per le quali è disponibile il dato, solo 5 al momento rientrano nei parametri fissati dall’OMS.
Anche in provincia di Latina, dunque, vengono superati i parametri: per il PM10 si registra un valore 22 µg/mc; per il PM2.5 il valore è di 12 microgrammi per metro cubo; infine, per il biossido d’azoto si arriva a 22 µg/mc. Anche se Latina non è fanalino di coda della classifica la situazione preoccupa.
Secondo l’analisi di Legambiente, ci sono modalità tramite le quali il nostro paese può uscire dalla logica dell’emergenza e delle scuse: incentivare la mobilità elettrica condivisa; stop alla commercializzazione dei veicoli a combustione interna; sul fronte del riscaldamento domestico, serve un grande piano di qualificazione energetica dell’edilizia pubblica; rendere sostenibile l’ultimo miglio della distribuzione delle merci; nel settore agricolo è necessario garantire l’effettivo monitoraggio delle pratiche agricole per ridurre drasticamente le emissioni di ammoniaca e puntare sulla mobilità elettrica.