A rispondere in Consiglio comunale è stata la vicesindaco Elisabetta Serra, che ha precisato come in realtà il cachet dell’artista era molto più alto. Il Comune, in sostanza, ha pagato solo una parte del cachet mentre i 14 mila euro restanti sono stati a carico della società organizzatrice, che si è assunta il “rischio d’impresa”. «Il ragionamento del consigliere circa il costo complessivo dell’evento è inesatto – ha detto Serra rispondendo all’interrogazione – la fruizione gratuita dello spettacolo ipotizzata dal consigliere avrebbe comportato all’Ente un impegno superiore a quanto era nelle disponibilità del momento».
Sui biglietti a 25 euro, la vicesindaco ha citato una nota scritta l’11 agosto all’organizzatore dell’evento chiedendo “riscontro in merito ad informazioni verbali con le quali si segnalava che parte dei biglietti veniva venduta a 25 euro”. Ma Schiumarini ha fatto presente che i biglietti venivano venduti in un’attività commerciale di un consigliere comunale di maggioranza: «Ce l’ho comprato io stesso, quindi conoscevate bene chi vendeva i biglietti e allora come mai non vi siete accorti che venivano venduti a 10 euro in più del prezzo pattuito?». Il consigliere Pd ha annunciato un “esposto”, rimanendo però sul generico, «perché voglio ben capire se ci sono degli interessi particolari rispetto alla gestione di questa vicenda».
C’è poi l’aspetto della struttura crollata il giorno dopo lo spettacolo: l’Assessore parla di atti vandalici ma non è stata mai sporta denuncia; Schiumarini ricorda invece che la struttura non aveva ricevuto parere positivo dalla Commissione Pubblico Spettacolo. Ma questa è un’altra storia.