Le tesi sostenute per anni dall’Associazione Latium Vetus APS, la quale aveva denunciato inizialmente le criticità della lottizzazione proposta dall’amministrazione pentastellata, sono state accolte dal TAR. La lottizzazione, che si configurava come una massiccia espansione edilizia ottenuta tramite una procedura semplificata chiamata ‘variante non sostanziale’, era stata approvata in tempi rapidi.
Pomezia, Tacconi una storia ‘infinita’
Si trattava, secondo gli accusatori, di un artificio giuridico. Infatti, il progetto lottizzatorio ‘ex Tacconi’, un vecchio piano urbanistico risalente all’amministrazione del Sindaco Enrico De Fusco del Partito Democratico, era stato annullato nel 2016 a causa di gravi criticità urbanistiche. Tuttavia, era stato poi ripresentato grazie alla delibera n. 47/2020 votata dal Consiglio comunale di Pomezia, che aveva annullato il precedente annullamento dell’intera lottizzazione.
Si trattava di una idea di “riqualificazione” che prevedeva lo scambio di un’area industriale dismessa con un nuovo complesso edilizio, costituito da palazzine, su terreni agricoli e non edificabili.
La sentenza del TAR ha annullato non solo la delibera consiliare, ma anche la determina dirigenziale e la convenzione urbanistica firmata con il promotore privato, “la Petromarine Italia Srl, un’impresa legata al patron dei rifiuti Manlio Cerroni” come afferma un comunicato di Latium Vetus.
La decisione del TAR si basa sull’illegittimità della procedura seguita dal Comune, che non avrebbe potuto avvalersi della ‘variante non sostanziale’ per l’approvazione di un progetto che fin dall’inizio appariva come un’imponente operazione urbanistica. Il progetto prevedeva infatti la realizzazione di 140.000 metri cubi di cemento in un’area agricola situata tra Pratica di Mare e Torvajanica, nota come Campo Selva.
Il comunicato di Latium Vetus
“Questa sentenza rappresenta una vittoria per l’Associazione Latium Vetus e per tutti coloro che si sono opposti a questa lottizzazione che avrebbe comportato un impatto significativo sull’ambiente e sul territorio. L’annullamento del progetto dimostra l’importanza del rispetto delle procedure urbanistiche corrette e della tutela del patrimonio ambientale nelle decisioni amministrative.
Siamo estremamente soddisfatti, abbiamo portato avanti per tre anni questa battaglia che ha
scongiurato la devastazione di una zona agricola di grande pregio storico e paesaggistico ambientale
del territorio di Pomezia, ubicata ad un solo chilometro dall’area archeologica dei XIII Altari di
Lavinium!
Un particolare grazie va a Giacomo Castro, storico ex presidente di Ass. Latium Vetus e al collegio
legale dell’associazione per l’impegno profuso in tutti questi anni per difendere questa porzione del
nostro territorio pometino, così come ai tanti attivisti e ai consulenti tecnici che hanno messo a
disposizione risorse e capacità affinché questa devastazione non vedesse mai la luce.
Continueremo a batterci…per assicurare la legalità a Pomezia e per imporre un nuovo modello di
urbanistica, sostenibile, rispettosa delle valenze ambientali, del patrimonio culturale e paesaggistico e
della risorsa più preziosa che oggi abbiamo, il nostro territorio di pregio”.
Leggi anche:
Pomezia, Tar valuta stop a lottizzazione su ex Tacconi. Latium Vetus all’attacco