In totale, la guida di Slow Food Editore presenta 1.752 osterie in Italia, con 163 nuove aggiunte. Le 311 “chiocciole”, riconoscimento attribuito ai locali che meglio incarnano i valori di Slow Food, evidenziano la qualità e la convivialità presenti in ogni angolo, dal centro storico alla periferia di Roma.
L’osteria si configura come un punto di connessione con il territorio, raccontando storie di agricoltura, pesca e allevamento attraverso i piatti.
Nel Lazio, sono state premiate diverse new entry, tra cui Dlr Dopolavororicreativo a Frascati, Le Cerqueta a Monteleone Sabino (Rieti), Da Cesare al Pellegrino a Roma, Vanda a Roma, Sonnino Food Museum a Sonnino (Latina), Li Somari Trattoria fuori porta a Tivoli, Il Noce a Vetralla (Viterbo).
Nel contesto dello street food, si registrano nuovi ingressi come Altrocheimpasto ad Ardea, Francellini 1926 Santa Marta a Capena, Storico Panificio Francellini a Capena, Casa Manco a Roma, Maré e Maré Prati. Quattro dei locali premiati con le “chiocciole” sono dedicati alla pizza e ai supplì. Tra cucina di mare e locande con orto, spiccano le realtà a conduzione familiare.
Damiano Pucci, consigliere metropolitano alla Pianificazione urbanistica, Agricoltura e difesa del suolo, sottolinea la presenza di numerose esperienze virtuose legate al territorio.
Sabrina Alfonsi, assessore all’Agricoltura, Ambiente e Rifiuti di Roma Capitale, enfatizza l’importanza di costruire reti e filiere per offrire una qualità superiore ai turisti e ai pellegrini, oltre che ai cittadini romani, incentivandoli a frequentare i mercati rionali e gli artigiani del gusto.
Valeria Strippini, vice presidente Fipe Roma, invita a valorizzare le specie ittiche di stagione per godere della ricchezza di biodiversità, soprattutto a dicembre.
Francesca Rocchi conclude sottolineando che la città dimostra come la qualità e la convivialità siano diffuse ovunque, con nuove formule di osteria contemporanea e un rinnovato rapporto di fiducia tra gestori e appassionati della buona tavola, un vero baluardo contro il rischio di perdita di identità enogastronomica.
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