Il provvedimento di revoca porta la data dello scorso 9 febbraio. Nel chiosco, di 25 metri quadrati, si vendevano non solo riviste in senso stretto, come in tutte le edicole. Ma anche giochi per bimbi, gratta e vinci e tanti altri ‘prodotti’ d’uso comune. Ha cessato ora ogni attività. Il provvedimento di revoca, in realtà, è cominciato circa un anno e mezzo fa. Evidentemente, nessuno ha voluto prendere il testimone al posto della ex titolare, la signora Assunta Gatta.
Del resto, non è un mistero che il settore della carta stampata stia vivendo, ormai da anni, una gravissima crisi che sembra senza ritorno, senza freni.
Fermare l’emorragia si può, contributi fino all’8 marzo
In Italia sono rimaste in funzione circa 12.000 edicole. Sono sempre meno, ma l’emorragia sembra essersi arrestata grazie al sostegno pubblico. Sostegno che viene rinnovato anche per l’anno in corso. almeno questo è quanto comunica l’Agenzia delle Entrate sulla rivista specializzata del settore finanziario FiscoOggi. In cui spiega come ottenere un contributo.
Le domande (partite lo scorso 8 febbraio) potranno essere presentate entro l’8 marzo (per sapere come fare, clicca qui). Il contributo una tantum – spiega l’Agenzia – è forfetario e viene riconosciuto indipendentemente dal numero di punti vendita. Il bonus può arrivare fino a 2mila euro, e sale a 3mila euro per i punti vendita esclusivi situati nelle aree interne.
Il sostegno economico
Il sostegno economico è riconosciuto a fronte della realizzazione di almeno una delle seguenti attività effettuate nel periodo che va dal primo gennaio al 31 dicembre 2023: realizzazione di progetti di consegna a domicilio di giornali quotidiani e periodici; apertura domenicale pari almeno al 50% delle domeniche su base annua; fornitura di pubblicazioni agli esercizi commerciali limitrofi. Si richiede inoltre l’attivazione di uno o più punti vendita addizionali.
Le attività extra delle edicole
Secondo una recente rilevazione del Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai, le edicole oggi in Italia sono circa 12mila e, di queste, quasi la metà svolge ulteriori attività rispetto alla vendita di quotidiani e periodici che resta comunque prevalente.
Tra il 2021 e il 2022 hanno registrato una contrazione del 3,5%, ma il trend negativo si è fortemente attenuato rispetto agli ultimi anni (-13,3% nel periodo 2018-2019 e -6,5% tra il 2020 e il 2021) anche grazie alle misure di sostegno al settore che hanno ridotto l’emorragia di imprese. Infatti, è forte il rischio desertificazione in molti comuni, soprattutto laddove é più fragile, esigua o addirittura inesistente la presenza di punti vendita: il 25% dei comuni italiani non ha un’edicola, mentre il 30% (circa 2mila e 500 comuni) ha solo una rivendita.
Le domande
Le domande, precisa l’avviso pubblicato su sito del dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, possono essere presentate, esclusivamente per via telematica, attraverso l’apposita procedura disponibile nell’area riservata del portale impresainungiorno.gov.it, accessibile cliccando sul link “Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l’informazione e l’editoria” > “Bonus una tantum edicole 2023” del menù “Servizi on line”, previa autenticazione tramite Spid, Cns o Carta di identità elettronica (Cie).
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