Dopo l’Inno d’Italia e la deposizione della corona al monumento al Bonificatore, in memoria dei tanti che si sono sacrificati per la bonifica delle terre pontine e per la fondazione della nuova città, il sindaco Matilde Celentano ha rivolto un saluto ai i cittadini e alle autorità per la condivisione della celebrazione dell’anniversario del 30 giugno 1932, “un giorno speciale per l’intera comunità”.
Peccato che la città fosse assente: erano presenti solo gli invitati, i rappresentanti delle associazioni. Mancavano anche molti amministratori comunali, soprattutto mancava la gente. Una festa per pochi intimi, nonostante la pubblicità fatta. Segno che il lavoro da fare per avvicinare i cittadini alle istituzioni è ancora tanto.
«In questi 92 anni Latina è stata molte cose: la prima delle città nuove dell’agro redento dalla palude; il giardino da mostrare al mondo; la linea di confine sulla quale gli alleati sbarcati ad Anzio e i nazisti in ritirata hanno combattuto le ultime fasi sanguinose della seconda guerra mondiale; uno dei teatri della ricostruzione del Paese; la terra del boom economico con l’avvento della Cassa per il Mezzogiorno; il luogo della sfida tecnologica lanciata dal visionario Enrico Mattei che volle proprio qui, a Borgo Sabotino, la prima centrale nucleare italiana; la città del benessere e poi il laboratorio della crisi che ha colpito l’intero Paese; la città dell’ospitalità e dell’accoglienza, a cominciare dalle comunità giuliano dalmate e dai profughi in fuga dai Paesi dell’est, dagli italiani profughi dalla Libia e dalla Tunisia; dai vietnamiti ai polacchi, fino agli indiani e ai nordafricani di adesso».
Latina modello sociale
«Una città che alcuni vorrebbero intollerante e respingente, e che invece è un modello sociale e culturale di interscambio e convivenza civile, pacifica e costruttiva, che vede crescere giorno dopo giorno nelle stesse classi delle scuole i bambini e i ragazzi di origini e culture profondamente diverse».
«Si tratta di una realtà che oggi attraversa l’intero Paese da nord e sud, ma nessun luogo ha la specificità di Latina, l’unica città italiana dove dal giorno della nascita in poi il paradigma dell’immigrazione è stato e rimane una costante e un elemento costitutivo della società e della cultura di questa comunità davvero speciale».
Verso il centenario
«Ed è su questo solco, e con questo spirito, che dobbiamo affrontare da subito, da oggi, il percorso che ci condurrà alle celebrazioni del Centenario di Latina nel 2032. Un appuntamento importantissimo per la città e per l’intera nostra comunità; un appuntamento sul quale si sono già accesi i riflettori del Paese, perché come sapete è già in fase avanzata in Parlamento l’iter per la definitiva approvazione del disegno di legge sul Centenario di Latina. Sono certa che sapremo affrontare la sfida, una sfida già cominciata e che ci vedrà, il 30 giugno 2032, splendere del nostro patrimonio architettonico, ambientale, umano e culturale».
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