Sono i numeri anti pesca illegale di un’intensa attività di accertamenti condotta nelle ultime settimane, sotto il coordinamento della Direzione marittima di Civitavecchia, dai Comandi di Roma-Fiumicino e Anzio.
L’operazione ha consentito di sequestrare un ingente quantitativo di attrezzi non regolamentari e non segnalati. Questi venivano impropriamente impiegati per la cattura del polpo in violazione della normativa di settore.
Le trappole per polpi tra Ardea e Anzio
In particolare lungo la costa tra Ardea ed Anzio sono state utilizzate tantissime trappole calate illegalmente. Queste sono state ottenute sezionando tubi in pvc (impiegati nei cantieri edili) o barattoli in polietilene, privi di qualsiasi segnalazione che li riconduca alle unità da pesca cui appartengono e, dunque, «non conformi» alle norme.
Un metodo che permette al pescatore di farsi da sé le trappole a basso costo danneggiando l’ambiente. La plastica gettata in mare crea un pericolo per la sicurezza della navigazione, superando i quantitativi massimi consentiti e viola le modalità stabilite dalla legge.
Gli attrezzi da smaltire
Gli attrezzi da pesca illegali recuperati saranno smaltiti e riutilizzati in maniera ecosostenibile attraverso l’intervento di una azienda specializzata.
Ha dichiarato Michele Castaldo, Direttore Marittimo del Lazio:
«Il nostro impegno nella lotta alla dispersione delle plastiche in mare è elevatissimo e ringrazio Sea Shepherd Italia Onlus per la preziosa collaborazione con la sua imbarcazione.
È importante sensibilizzare la collettività sui comportamenti virtuosi. Altrettanto fondamentali sono le azione di prevenzione e contrasto degli illeciti perpetrati in mare per salvaguardare l’ecosistema e la biodiversità del nostro mare».
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