Siamo tra le regioni dove più alta è questa conseguenza dell’insicurezza stradale. Mediamente in Italia il costo sociale degli incidenti vale il 2,2% del Prodotto interno lordo (in soldoni la ricchezza in circolazione), mentre nel Lazio il costo sociale da incidenti stradali è il 2,4% del Pil. In soldoni significa che ogni 100 euro prodotti, 2 euro e 40 centesimi vengono “bruciati” sulle strade tra decessi e ferimenti che si traducono in perdita di ore di lavoro, e poi ripristino dei beni distrutti o rovinati (strade e veicoli, ad es.), cure sanitarie, inabilità temporanee o permanenti e conseguente perdita di produzione, controlli delle forze dell’ordine, spese giudiziarie. Tutti oneri pagati dagli enti pubblici ma pure da imprese e famiglie.
Questi dati emergono dal Rapporto Quadro sulla sicurezza stradale nel Lazio, che esamina l’incidenza di questi costi nelle varie province: Roma raccoglie il 77% del costo sociale della regione, seguita da Latina con il 10%. “Il dato del costo sociale – spiegano gli autori dello studio, probabilmente il più aggiornato in circolazione – riveste particolare importanza non solo ai fini di valutazione e programmazione ma anche a fini descrittivi ed analitici in quanto consente di esprimere in modo sintetico, con un unico valore ponderato, le vittime (morti e feriti) e i danni determinati complessivamente dagli incidenti stradali e, quindi, lo stato e l’evoluzione della sicurezza stradale”.
Una evoluzione che ha visto migliorare la sicurezza stradale e scendere in tutta Italia i numeri del bollettino della guerra dell’asfalto, ma nel Lazio meno della media nazionale. Siamo tra le regioni dove la riduzione dei costi sociali determinato da incidenti stradali è più contenuto. Inoltre, nota lo studio, al forte incremento della popolazione laziale ben al di sopra dei valori medi nazionali, non corrisponde altrettanto miglioramento della sicurezza stradale. Nella graduatoria regionale per tassi di mortalità il Lazio è peggiorato molto: negli anni ’80 – ’90 oscillava tra la ottava e undicesima posizione, nella fascia intermedia della sicurezza stradale.
Nell’ultimo decennio è sceso tra la 14esima e la 18esima posizione, in fondo alla classifica. Di contro, siamo i cima alla classifica del costo sociale con 585 euro pro capite, cioè il 32% in più rispetto alla media nazionale (443): quarti, dopo Liguria, Emilia Romagna e Toscana. Costo sociale che nel Lazio si è comunque ridotto del 30,1% dal 2001 al 2011. Infine, c’è quel costo rappresentato dal peggioramento della qualità della vita, dovuto alle lunghe code, magari per un banale tamponamento o una stupida buca, o allo stress di essere costretti a guidare in uno stato di continua tensione perché la strada è scassata e poco visibile. Chi ripagherà i cittadini per tante ore di lavoro e di vita e per tanta tensione nervosa?