VELLETRI: DALLA CISTERNA-VALMONTONE AI PRATONI, DIVIETO DI VENDERE IL PROPRIO CORPO
Due anni fa su impulso del Comando dei Vigili Urbani e delle locali forze dell’ordine il Comune di Velletri ha emesso un’ordinanza per il rispetto della sicurezza urbana e per garantire il decoro urbano e la pubblica decenza. Un provvedimento simile a quelli emessi nei mesi scorsi da altri Comuni come Ardea e Pomezia. In particolare l’ordinanza del Comune di Velletri riguarda la zona dei Pratoni del Vivaro, Via dei Cinque Archi, Via Cisterna-Campoleone e le vie limitrofe. «La prostituzione su strada è concentrata per lo più per quanto riguarda la competenza diretta del Comune di Velletri nella zona della Cisterna Campoleone. «I Pratoni del Vivaro hanno una competenza divisa tra più amministrazioni – ci spiega Romina Trenta presidente della Commissione Pari opportunità e consigliera comunale di Velletri –. Le donne coinvolte sono spesso immigrate e sono frequenti i controlli delle forze dell’ordine. Il fenomeno va di certo tenuto sotto controllo e personalmente non sono favorevole alla riapertura della case di tolleranza – riflette Romina Trenta –. Stiamo preparando gli eventi per il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere, e vorrei sensibilizzare che la prostituzione è una forma di violenza verso la donna, soprattutto perché chi esercita questa attività raramente è libera di farlo di propria volontà, ma è soggetta a racket criminali ed è ridotta in schiavitù».
ALBANO: L’ORDINANZA ANTIPROSTITUZIONE CHE FA DISCUTERE
Via Cancelliera e Via Ardeatina sono le due zone dei Castelli Romani dove più alta è la presenza di prostitute. Più volte la Questura di Roma aveva messo in luce i pericoli alla viabilità causati dagli automobilisti e dai clienti che si fermavano di colpo in strade che sono a scorrimento veloce. Proprio per le numerose sollecitazioni dei cittadini con una petizione di oltre 200 firme e segnalazioni delle autorità di pubblica sicurezza, il sindaco di Albano Nicola Marini, già nel dicembre del 2012 e con successive proroghe, ha emesso un’ordinanza anti-prostituzione che vieta lo svolgimento dell’attività di prostituzione nella zona industriale della città. L’ordinanza punisce da un lato i potenziali clienti e dall’altro anche le prostitute con multe che arrivano fino a 500 euro. L’ordinanza del sindaco di Albano sembra funzionare. È dello scorso 22 ottobre l’ultima azione di controllo del commissariato diretto da Massimo Fiore: multa a carico di due squillo mentre si prostituivano nella zona di Via dei Meli proprio a Cancelliera. Se da un punto di vista dell’ordine pubblico l’ordinanza sembra funzionare, critiche si sono mosse soprattutto dalle associazioni contro la tratta. Nicola Marini non ha dubbi sulla necessità di reprimere il fenomeno criminale, ma la sua ordinanza rientra nelle competenze di un primo cittadino: «Ho semplicemente seguito quelle che sono le prerogative del Sindaco che, tra le altre cose, è il garante del decoro e della sicurezza della propria città. Comprendo perfettamente che il fenomeno del meretricio è una piaga sociale di grande gravità, che va affrontata al di là di un’ordinanza sindacale e delle sanzioni amministrative accessorie che pure rivestono la loro importanza come deterrente al problema. Però ritengo sia dovere del Sindaco garantire e tutelare le richieste dei propri concittadini, a maggior ragione se supportate dalla Questura di Roma». Nel luglio del 2013 l’amministrazione comunale di Albano ha sottoscritto il protocollo Protection Network, che propone un modello organizzativo emergente per la particolare attenzione alle dinamiche interorganizzative, alla rete fra i Servizi Sociali, la ASL, le Scuole, le Forze dell’Ordine, le Cooperative e il territorio per trovare soluzioni alternative e innovative agli interventi di tutela dei minori e delle donne.
DIFFICILE TOGLIERLE DALLA STRADA QUANDO SONO CITTADINE COMUNITARIE
Nel territorio della provincia di Roma è l’Associazione Tuscolana Solidarietà che si occupa di tutelare le donne sfruttate nella tratta umana e ridotte in schiavitù per prostituirsi: perché è un dato certo, la prostituzione stradale non è mai volontaria, se non in rarissimi casi. Nei Castelli Romani la prostituzione è per lo più diurna e, come abbiamo detto, si concentra sulle grandi strade a scorrimento veloce e nelle zone di periferia. «Nella gran parte dei casi le prostitute sono ridotte a uno stato di schiavitù – ci spiegano dall’associazione –; subiscono continuamente ricatti e minacce di morte verso le famiglie pur di non farle uscire dal giro. Quando una donna decide di denunciare i propri aguzzini ,entra in un programma di protezione e inizia un lungo percorso da un lato giudiziario e dall’altro di riabilitazione sociale e lavorativa. Per le prostitute extra-comunitarie in questo percorso è previsto anche il rilascio di un regolare permesso di soggiorno di protezione sociale. Proprio questa possibilità le induce con più facilità a ribellarsi, molto più difficile invece è riuscire a strappare dalla strada le cittadine neo-comunitarie soprattutto di cittadinanza romena. Per loro non è possibile utilizzare il deterrente del permesso di soggiorno, sono cittadine europee». L’Associazione Tuscolana solidarietà per quanto riguarda il contrasto all’induzione e sfruttamento della prostituzione porta avanti due progetti in collaborazione con la Provincia di Roma: “Fuori-giogo” e “Si tratta di me”.