LA DURA VITA DEL PESCATORE
Non è una vita semplice per i pescatori, che devono rispettare alcune regole ferree per non incappare in sanzioni. «Esistono due categorie di pescatori – spiega il pescatore Alessandro, di Anzio -. La piccola pesca e la flotta di pescherecci, che ha licenze per la pesca a strascico e viene spesso presa di mira dalle autorità perché ritenuta una pesca invasiva. Lo strascico è vietato entro le tre miglia dalla costa (poco più di 5 km) oppure in alcuni punti delle coste italiane è vietato in un fondale inferiore ai 50 metri. Mentre per la piccola pesca i divieti amministrativi si limitano alla sicurezza: ad esempio le barche che non superano gli 11 metri non possono avere motori troppo potenti». E non è tutto. «Le normative europee – continua Alessandro – non sempre calzano bene per il Mediterraneo. Ad esempio, noi ci siamo trovati male nel caso della misura minima consentita e dell’incassettamento in cui diventa obbligatorio non mischiare qualità di pesce. Il fritto misto di paranza o la zuppa di pesce non è più possibile venderli all’ingrosso perché il pescato va dichiarato alle autorità che ne controllano la diffusione o eventuale estinzione, ma questa normae viene a rompere delle tradizioni radicate da molti decenni facendo trovare in difficoltà anche i commercianti. A volte siamo costretti a mettere un chilo di pesce in una cassetta e questo è controindicato per l’aumento di rifiuti di polistirolo. Inoltre la misura minima dei pesci che è consentito pescare è stata stabilita tenendo conto di quelli pescati nell’oceano Atlantico o nel Mare del Nord, che sono naturalmente più grandi. La responsabilità delle misure è dei nostri rappresentanti nelle commissioni parlamentari europee che non sono informati sulle caratteristiche del nostro pesce».
MEGLIO EVITARE ACQUISTI ONLINE
Come può fare il cliente per assicurarsi di acquistare pesce fresco e correttamente tracciato? Di certo è meglio evitare di acquistarlo dai venditori “itineranti” che usano facebook per concordare gli acquisti, che offrono prezzi molto competitivi ma che spesso non sono regolari e danno vere e proprie fregature. Un fenomeno ormai molto diffuso che preoccupa la Capitaneria di Porto: «La vendita itinerante in genere non esiste, se non presso i mercati rionali. Io diffiderei da questi canali “alternativi”, il rischio di incappare in una vendita abusiva è alto», spiega Alessandro Cingolani, comandante della Capitaneria di Anzio. «A parte sulla banchina, dove la vendita diretta esula dalla normativa sulla tracciabilità fino a un importo di 50 euro, in tutte le altre modalità di vendita il pesce deve essere correttamente etichettato – spiega Cingolani – Al porto è il pescatore che garantisce la provenienza e la freschezza del pescato. Questa “esenzione” però è consentita solo in banchina e solo da parte del pescatore stesso». La vendita abusiva riguarda soprattutto le telline (ma anche le cozze e le vongole) che invece, per legge, possono essere acquistate soltanto in pescheria. Meglio non farsi abbindolare dai prezzi apparentemente convenienti. Il prodotto – spiega la Capitaneria di Porto – rischia di essere anche pericoloso per la salute.
Bianca Francavilla e Martina Zanchi
Dopo avergli dato appuntamento via facebook, gli uomini della Guardia Costiera lo hanno colto con le mani nel sacco scoprendo che piazzava prodotti ittici pericolosi per la salute sostenendo che arrivassero da Anzio. L’episodio – una delle prime attività messe in piedi dalle forze dell’ordine di Anzio e Terracina contro i commercianti che usano i social network per vendere merce in cattivo stato – risale ad alcuni mesi fa. Invece di incontrare i soliti clienti, si è trovato di fronte gli uomini della Direzione marittima del Lazio e il personale della Asl. Immediata è scattata la denuncia per detenzione e vendita di prodotti ittici in cattivo stato di conservazione: il pesce, infatti, stipato dentro un furgone era conservato a una temperatura di quasi 19° C. Ben al di sopra delle norme che prevedono un massimo di 4° C. L’uomo è stato anche sanzionato per la violazione delle leggi sulla tracciabilità e l’etichettatura del pesce.