Ipotesi entrambe smentite dal Procuratore Capo del Tribunale di Latina, Andrea de Gasperis, in una conferenza stampa indetta questa mattina per fare chiarezza sulla questione. “Da quanto mi risulta – ha spiegato – l’apparecchiatura di cui parla la trasmissione, non è in dotazione all’Arma dei Carabinieri”. Secca la smentita anche sulla seconda indiscrezione: “Le bambine erano già morte nel momento in cui i Carabinieri di Cisterna si sono presentati sul posto”. La ricostruzione temporale fornita dal Procuratore non lascerebbe spazio a dubbi: “Alle 5.30 la moglie viene ferita gravemente – chiarisce, rammentando i vari passaggi di quelle ore di follia –. Gli agenti arrivano sul posto alle ore 5.50, avvertiti da un vicino che afferma di aver sentito almeno sei spari. Dal momento dell’arrivo delle forze dell’ordine non si sentono più esplosioni di arma da fuoco. Un colpo di una calibro 9 è facilmente udibile. Ma ripeto, nessun colpo viene avvertito dagli agenti fuori dalla porta dell’abitazione, se non un colpo soffocato intorno alle ore 13/13.30, il colpo con cui Capasso si è suicidato. I colpi che hanno ucciso Alessia e Martina sono stati inferti in organi vitali, tra cui la testa, facendo sì che il decesso sopraggiunse in tempi molti brevi. Colpi che sono stati sparati prima dell’arrivo dei militari”.
Un intervento, dunque, che secondo De Gasperis, è stato “tempestivo e professionale”, compreso quello degli uomini del Gis, arrivati in elicottero da Livorno e presenti sul luogo dalle 11.30. Lapidaria la battuta con cui conclude il magistrato: “In qualche attività di informazione, si cerca spesso una sorta di caccia alla streghe”. Una stoccata alla trasmissione di Rai3 nonché un tentativo di fugare i numerosi dubbi condensatisi come una nube su un episodio di cronaca nera che farà nuovamente parlare di sé attraverso il doppio filone di indagine aperto, uno dalla Procura di Latina e l’altro della Procura Militare.
Alessandro Martufi
Per capire meglio la situazione, occorre capire qual è il sistema con cui entrano in azione i Gis, gruppo di intervento speciale dei Carabinieri. Quando il negoziatore si rende conto che non c’è niente da fare e non ci sono possibilità di risolvere la situazione, chiede al Comandante provinciale di richiedere l’intervento del Gis. Il comandante chiede al comando generale dell’Arma l’intervento del Gis che autorizza l’intervento speciale. Il Gis agisce poi in autonomia.