Eletto per il secondo mandato dopo 5 anni di lavoro per salvare il Comune dal dissesto, Alessio Chiavetta si trova ora a fare i conti con una opposizione agguerrita.
Può tracciare un bilancio di questi primi cinque mesi di amministrazione?
Abbiamo lavorato nel segno della continuità, proseguendo sul percorso della buona amministrazione già tracciato in questi cinque anni di legislatura passata: abbiamo continuato a migliorare la vivibilità della città di Nettuno attraverso l’esecuzione di opere e infrastrutture, migliorando sia l’aspetto del centro cittadino sia portando nuovi servizi nelle periferie, come ad esempio l’illuminazione pubblica dove non era mai stata realizzata, o l’estensione della rete domestica del metano, ferma da anni e rimessa in moto da questa Amministrazione. Voglio poi sottolineare il fatto che, nonostante la crisi economica e i tagli che continuano a pioverci dall’alto, non abbiamo ridotto in alcun modo i servizi erogati dal Comune di Nettuno, soprattutto a beneficio delle fasce socialmente più deboli. Vogliamo proseguire su questa strada, nell’interesse della città di Nettuno e di tutti coloro che vi abitano.
Il suo mandato si è distinto per la lotta contro la criminalità organizzata, ma ora che ci troviamo al processo d’appello Nettuno è rimasta la sola città a costituirsi parte civile, nonostante gli iniziali annunci di altri Comuni limitrofi. Perché, secondo lei?
Credo che sarebbe più corretto porre questa domanda a chi non ha provveduto a costituirsi come parte civile. Da parte nostra crediamo fortemente nella legalità e nella tutela del territorio, e pertanto riteniamo doverosa l’affermazione che la città viene danneggiata dalle attività della criminalità organizzata: abbiamo infatti deciso di inserire l’obbligo di costituzione di parte civile all’interno dello statuto comunale, vincolando non solo la nostra Amministrazione, ma anche tutti coloro che governeranno la nostra città in futuro.
Ha già annunciato ricorso contro la condanna di primo grado della Corte dei Conti sul caso Faraone, nel frattempo sta andando avanti l’inchiesta sul fronte penale. Era davvero necessaria la nomina del direttore generale?
Facciamo chiarezza: la figura del direttore generale era già presente nell’organigramma del Comune di Nettuno. Il Segretario Comunale Costanza Saiano aveva reso vacante tale posizione in quanto aveva ricevuto una promozione di carriera e quindi un trasferimento imprevisto e improvviso presso un’altra sede: il dottor Faraone è stato individuato come il dirigente più adatto a ricoprire tale incarico, tanto è vero che è stato proprio grazie alla sua nomina a direttore generale che siamo riusciti a sbloccare la questione della gestione diretta dei parcheggi a pagamento, riportandone la gestione direttamente nelle mani del Comune.
L’opposizione la sta incalzando su quelle che definisce “spese pazze”, in particolare per i rimborsi di benzina e pasti…
L’opposizione sta facendo, volutamente, molta confusione tra manifestazioni istituzionali, contributi per eventi, costi di rappresentanza e rimborsi spesa. Il loro attacco è un’operazione di facciata, che non mette in dubbio né la legittimità degli atti né la trasparenza degli stessi, visto che tutta la documentazione è visibile sul sito comunale.
Qual è la situazione del parcheggio di piazza Berlinguer? Perché i lavori sono fermi?
Siamo in attesa delle ultime autorizzazioni rispetto alle progettazioni: il nuovo parcheggio sotterraneo è un’opera complessa, soggetta a tanti pareri dei più svariati enti. Siamo legati alle indicazioni degli enti coinvolti e purtroppo anche alle loro tempistiche: conosciamo tutti i tempi della burocrazia italiana.
Quanto ancora bisognerà attendere per avere il Teatro a Nettuno?
Siamo in fase di discussione con la Regione: si arriverà al completamento del teatro con il secondo lotto tramite finanziamento regionale, così come era previsto inizialmente. Eravamo stati costretti a rivedere i progetti a causa dell’inconsistenza della Giunta Polverini, che non garantiva i fondi per le opere già concluse, figurarsi per un’opera da realizzare.
Per cosa si caratterizzerà il bilancio 2013 che siete in procinto di approvare in Consiglio?
Si caratterizzerà dal fatto che un bilancio di previsione è praticamente un rendiconto, visto che, a causa della normativa nazionale ancora incerta, è stato portato di proroga in proroga ad essere approvato solo a novembre. Continuano a cambiare le carte in tavola: prima si parlava di tariffa Trise, poi di Tuc e più recentemente di Iuc: con questa incertezza un amministratore non ha modo di programmare alcunché. Questo purtroppo vale per tutti i Comuni italiani.
Nettuno ha fino ad ora evitato il dissesto finanziario. Ci sono rischi di una ricaduta o la città è ufficialmente “salva”?
Lo spettro del dissesto finanziario è ormai definitivamente allontanato: le casse del Comune di Nettuno sono in ottima salute, e ne è prova il fatto che gli uffici comunali da tempo non sono più assediati da file di fornitori e creditori che non ricevono quanto spetta loro. Certo, c’è ancora molto da fare per ripianare totalmente l’enorme buco di debiti che ci siamo ritrovati cinque anni fa, ma la cacciata della Nettuno Servizi e il ritorno della gestione delle entrate direttamente nelle mani del Comune, successi fondamentali ottenuti da questa Amministrazione, hanno rimesso la macchina amministrativa sui binari del risanamento e della buona gestione pubblica.
Per quanto riguarda i rifiuti, anche Nettuno ha dovuto adottare la Tares, che porterà stangate per famiglie numerose e molte categorie commerciali. Avete previsto sgravi od incentivi per limitare che per queste persone le bollette lievitino?
Non abbiamo aderito al regime Tares, ma siamo rimasti su quello Tarsu. Non ci sarà nessuna stangata: abbiamo applicato un aumento proporzionale per tutte le categorie, comunque inferiore all’ipotesi del caso Tares che obbligava a coprire maggiori costi e quindi a chiedere di più ai cittadini. Inoltre abbiamo mantenuto gli sgravi e le tutele già esistenti, come ad esempio la riduzione ad un 30% per le fasce più deboli.
Lei ha preso una importante posizione su Acqualatina: sì alla ripubblicizzazione del servizio idrico, ma no all’acquisizione al buio delle quote del privato. Che cosa dovrebbero fare i Comuni per uscire dall’attuale gestione dell’acqua, viste le note difficoltà di Acqualatina?
L’operazione che stanno realizzando con la vendita agli enti pubblici delle quote private di Acqualatina non è una ripubblicizzazione del servizio idrico, ma una truffa bella e buona. I Comuni continuano ad essere vincolati dalla legge Galli e dalle conseguenti disposizioni regionali: se si vuole davvero cambiare qualcosa, sono quelle le normative da modificare. L’acqua è un bene pubblico, ma bisogna capire quale possa essere la gestione migliore di tale servizio.
Il suo partito, il Pd, sta per eleggere il nuovo segretario nazionale. Lei chi appoggerà?
Appoggerò Cuperlo, anche per coerenza con quanto ho dichiarato in passato. Renzi probabilmente è una buona scelta per vincere una campagna elettorale, ma non vedo in lui una figura in grado di gestire il Partito Democratico: non è semplice fare il segretario di un partito così multiforme e con così tante anime al suo interno. Prima di arrivare al voto è necessario saper gestire e riorganizzare il partito, e bisogna vedere se Renzi è in grado di farlo.