Il processo che ora chiede il pubblico ministero Alberto Galanti della Procura di Roma, riguarda presunte condotte criminose per le vicende del sito di Malagrotta, che per una vita ha “servito” Roma, tra indagini giudiziarie, inquinamenti, proteste e complicità politico amministrative a tutti i livelli. Ora il Pm Galanti ipotizza, a vario titolo, i reati di gestione abusiva di rifiuti, abuso d’ufficio e frode in pubbliche forniture. A Cerroni, nella veste di proprietario del consorzio Colari (attualmente sottoposto a commissariamento), e altre sei persone il malfunzionamento dal 2006 al 2013 dei due impianti di Tmb (trattamento meccanico cosiddetto biologico) denominati Malagrotta1 e Malagrotta2. Inoltre, secondo l’accusa, parte degli scarti di lavorazione dei rifiuti, invece di essere trasformati in energia o calore dal locale termovalorizzatore, venivano gettati in discarica. Un problema, questo, non di poco conto perché oltre a creare un danno per l’ambiente, “vanifica l’obiettivo e l’idea stessa di recupero dei rifiuti che sottende all’esistenza dei Tmb”. C’è poi anche la faccenda del tritovagliatore di Rocca Cencia: la Procura contesta al gruppo Colari di averlo messo in funzione, nella primavera del 2013 e nel pieno dell’ennesima emergenza rifiuti, addirittura in assenza delle autorizzazioni previste dalla legge. In questo scenario, il Consorzio cerronista avrebbe lucrato ingenti vantaggi economici ritenuti ingiusti dalla Procura romana. La richiesta di processo chiama in causa, oltre all’ex dirigente del dipartimento Ambiente della Provincia di Roma aspirante bio-gasista, Claudio Vesselli e al potentissimo Cerroni, anche il suo braccio destro, Francesco Rando, l’allora direttore tecnico dei due Tmb di Malagrotta, Paolo Stella, l’ex direttore generale dell’Ama Giovanni Fiscon, l’altro fedelissimo cerronista Piero Giovi (gestore di fatto della discarica di Malagrotta e dell’annesso inceneritore), l’ex presidente del Consorzio Colari, Candido Saioni, e Giuseppe Porcarelli, legale rappresentante dell’omonima ditta che ha ottenuto in affitto da Colari nel 2016 il ramo d’azienda relativo al tritovagliatore di Rocca Cencia. Sono parti offese in questo procedimento sono la Regione Lazio, Roma Capitale e Ama spa.