Sindaco, durante le tappe elettorali delle scorse elezioni europee, voi di Italia in Comune, partito a cui ha aderito anche Lbc, avete spiegato che vi presentavate come un’alternativa al Pd. Nel 2018, però, sempre voi di Lbc avete sostenuto la candidatura di Zingaretti alla presidenza della Regione nonché, un anno dopo, la sua corsa alla segreteria Pd. Ecco, questo nuovo Pd di Zingaretti le piace?
«Andando per ordine. Quella di Italia in Comune è stata un’esperienza che ha messo in comune diverse forze civiche. Ma che non poteva rimanere isolata. A Latina abbiamo prodotto un’esperienza amministrativa importante, un percorso che ci ha consentito di arrivare al governo della città e di cambiare quello che ho definito il “sistema-Latina”. Ma siamo giunti in un momento politico in cui, in virtù delle dinamiche sia all’interno della città che sul piano nazionale, noi come movimento civico dobbiamo porci come punto di coesione tra le forze politiche, se vogliamo continuare a perseguire l’obiettivo che ci eravamo prefissati, ovvero quello di cambiare Latina in dieci anni. E con l’esperienza di Zingaretti in Regione c’è stato sempre un dialogo molto costruttivo».
Pensa quindi che questo cambio ai vertici della segreteria e la nuova corrente all’interno del Pd possano cambiare gli equilibri anche a Latina e creare una sponda di dialogo dove prima non c’era?
«Credo di sì. Penso che il Pd di Latina abbia sentito la necessità di cambiare pelle, di aprirsi alle forze civiche. Proprio l’apertura al mondo civico è stata forse la chiave che ha consentito a Zingaretti di essere rieletto in Regione e di arrivare alla segreteria del partito. Proprio grazie a questo processo a Latina si è aperto un tavolo di confronto. Intendiamoci, io non ho problemi di maggioranza: questa amministrazione ha già numeri solidi per portare a termine la consiliatura. È un discorso, bensì, impostato sul costruire una forza politica comune, una colazione per andare avanti e arginare un passato che tenta di riciclarsi. Un’unica forza di governo che prenda le distanze da quel “sistema Latina”. E questo si traduce nella possibilità di far entrare il Pd in maggioranza».
E per “entrare in maggioranza” intende dei posti in giunta al Pd. Giusto?
«Si è aperto un tavolo sulla possibilità di fare entrare il Pd in giunta e creare una squadra di governo insieme. Fa parte, ovviamente, delle trattive del processo democratico. Deve esse visto come un valore aggiunto che il Pd può portare ad un’esperienza civica che, nonostante alcune difficoltà, ha prodotto dei risultati importanti. E soprattutto deve essere un’intesa impostata sui temi. Dobbiamo imporre dei paletti e mantenere ognuna la propria identità politica. Ma il confronto è aperto, e l’accordo è in via di definizione».
Ecco, i temi. Ad oggi l’unico tema su cui è emersa una vera convergenza tra Pd e Lbc è quello della legalità. Come ad esempio è accaduto questa estate, quando il Pd si è rifiutato di firmare la mozione di sfiducia nei suoi confronti che il centro-destra voleva presentare: una delle motivazioni era che il Pd è incompatibile con partiti i cui esponenti hanno posizioni poco chiare all’interno di inchieste giudiziarie. Lei ha fatto della legalità quasi il suo cavallo di battaglia. Non le sembra, però, che impostare un accordo solamente su questo tema, oltre che rischioso, sia anche limitante in termini di dialogo politico?
«La legalità è solamente un imprescindibile punto di partenza. Da qui si passa a parlare di temi come urbanistica, consumo di suolo zero e rigenerazione urbana. E ancora mobilità: Latina negli ultimi anni ha portato a casa buoni risultati sui fronti del trasporto pubblico e del car sharing. Senza dimenticare le risorse e l’attenzione che stiamo mettendo sui servizi sociali. Questi sono gli argomenti su cui essere d’accordo e su cui convergere. Insieme all’aspetto della partecipazione, elemento su cui si sta fondando ad esempio il dialogo con alcuni meet up del Movimento 5stelle e con alcuni moderati di centro-destra che stanno prendendo le distanze dal passato».
Parlando di poltrone: lei ha in mano la delega alle Attività produttive dopo le dimissioni di Giulia Caprì; c’è poi l’assessore Proietti che è titolare di due deleghe importanti e abbastanza differenti, ossia Bilancio e Scuole; si parlava inoltre di un assessorato pesante come quello all’Urbanistica. Sono queste le tre pedine che si muoveranno nel rimpasto di giunta?
«Ci siamo ragionando sopra, anche in base agli obiettivi comuni. Sicuramente un rimpasto di giunta ci sarà, al fine di dare un impulso positivo all’ultima fase di mandato. Ora non faccio nomi per rispetto dei membri della mia squadra che lavorano quotidianamente. Stiamo cercando di definire il tutto. Soprattutto in base ad un visione di futuro. Latina nel 2032 compirà cento anni: ecco, come la vediamo Latina nel 2032?».