Cristiano Cesaro, Amministratore della società Colle Verde, ha scritto una nota di commento al recente articolo da noi pubblicato per spiegare le intenzioni dell’azienda che guida sulla possibile riattivazione della discarica di Albano-Roncigliano, che pubblichiamo per intero. “Ho letto con attenzione – scrive Cristiano Cesaro – l’articolo comparso sul Caffè TV del 11 gennaio e vorrei esprimere alcune mie osservazioni al fine di dare maggiori informazioni su quanto stiamo portando avanti per il sito di Albano e dipanare possibili dubbi. In primordine tengo a precisare che la ns. intenzione è di impostare un percorso attraverso un processo inclusivo e di condivisione che purtroppo il diffondersi della pandemia non ha reso facilmente praticabile. Non appena le condizioni lo permetteranno, organizzeremo incontri pubblici e visite presso gli impianti già attivi dotati della medesima tecnologia prevista per la riconversione del sito di Albano. Veniamo ai punti chiave. Il progetto prevede la riconversione dell’impianto al fine di rispondere alle nuove norme sull’ Economica Circolare ed all’impegno alla riduzione di emissioni di C0 2 rispetto alla quale l’EU è risolutivamente impegnata con il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 attraverso anche l’ambizioso obiettivo del 55% fissato al 2030. Termini temporali che sembrano lontani ma che per interventi di questo tipo significano “dopodomani”. Si tratteranno dunque esclusivamente le frazioni provenienti dai circuiti di raccolta differenziata provenienti dall’area dei Castelli Romani per una popolazione servita di circa 430.000 abitanti. La nostra intenzione e volontà è di realizzare un impianto a servizio esclusivo del territorio dei Comuni dell’area dei Castelli Romani e per questo escludiamo che arrivino all’impianto materiali al di fuori di questo territorio. L’obiettivo dell’impianto è quello di ottenere prodotti di elevata qualità che, nel pieno rispetto delle normative, si possano impiegare, ad esempio in Agricoltura Biologica. Fondamentali sono i presidi che abbiamo adottato progettualmente per il contenimento dei disagi, ad esempio gli odori, e che intendiamo adottare in fase di gestione, ad esempio il traffico veicolare, il tutto al fine di non creare disturbo alla popolazione locale. Anche per quest’ultimo punto non chiederemo l’inserimento di nuovi codici es. fanghi ceneri ecc. o modifiche in tal senso. L’impianto sarà dunque e resterà a servizio del territorio. Concludo dicendo che la riconversione del sito di Albano chiude un’epoca ed apre uno scenario completamente nuovo, totalmente proiettato al rispetto delle normative e tecnologie di ultima generazione e soprattutto pienamente rispondente ai nuovi modelli di sviluppo sostenibile con riferimento non solo all’economia circolare, alla decarbonizzazione e alla transizione energetica ma anche alla coesione sociale, che è l’ulteriore obbiettivo che l’EU chiede agli Stati membri di perseguire. Da parte mia ho un’unica preghiera: non abbandoniamoci a valutazioni sommarie o ad affrettate conclusioni. Procediamo con la via del dialogo e del costruttivo confronto per non sprecare un’occasione di concreto sviluppo sostenibile del territorio da ottenersi con il contributo di tutti. Credo che questo significhi grande senso di responsabilità nei confronti soprattutto delle nuove generazioni”.