Tutto prescritto. Si è concluso così in appello il processo “Necropolis”. A quattro anni di distanza dalla sentenza del Tribunale di Velletri, che aveva condannato a tre anni e due mesi di reclusione, per induzione indebita a dare e promettere utilità, in pratica per le mazzette, l’ex sindaco e all’epoca dei fatti consigliere comunale di Ardea, Luca Di Fiori, gli ex assessori Cassio Roccafiorita e Nicola Petricca, e l’imprenditore Stefano Valeri, la Corte d’Appello di Roma ha disposto i proscioglimenti per intervenuta prescrizione. Dopo che in primo grado era stato assolto nel merito, per l’ipotesi di turbativa d’asta, il funzionario comunale Giovanni Cocuzza, ed erano stati prosciolti sempre per intervenuta prescrizione altri tre funzionari comunali e tre imprenditori, il lungo tempo trascorso dai fatti, che risalgono al periodo compreso tra il 2007 e il 2009, ha fatto uscire tutti indenni dalla vicenda. Al centro del processo quanto sarebbe accaduto attorno all’appalto per la gestione delle aree cimiteriali assegnato dal Comune di Ardea alla coop lombarda “Il Girasole” di Giancarlo Frego. Quest’ultimo ha riferito, prima agli investigatori e dopo ai giudici, di essere stato ben presto costretto ad assumere il figlio di Roccafiorita e a pagare mazzette, pranzi e cene, e che quando alla fine si era rifiutato di versare altro denaro era stato fatto fuori dalla successiva gara con cui cercava di ottenere la conferma nella gestione del servizio. Una denuncia ritenuta attendibilissima dal Tribunale di Velletri, alla luce dei riscontri fatti dai carabinieri del Nas, e confermata dalla ex compagna di Roccafiorita, che ha raccontato il viaggio fatto in Lombardia per andare a ritirare la bustarella. Per i giudici, inoltre, alcune fatture sarebbero state gonfiate dall’imprenditore Valeri per poi dividere il denaro con i politici e Frego sarebbe stato costretto ad assegnare sempre a Valeri i lavori da compiere nel cimitero. Mazzette, secondo il Tribunale, giustificate dai pubblici amministratori come “contributo” e per le loro “spese politiche”, consegnate in un albergo ad Ardea o direttamente a casa della vittima, a Pavia. E la ex di Roccafiorita ha anche detto che, durante il viaggio verso la Lombardia, l’allora assessore le aveva detto di imparare bene la strada, “in quanto in futuro sarebbe stata coinvolta nella riscossione, potendo guadagnare qualcosa anche lei”.
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