LE RAGIONI DELLA PROTESTA
I punti richiesti all’Amministrazione Penitenziaria sono diversi, li elenchiamo in sintesi: Invio di nuovo personale, visto il perenne stato di sott’organico di agenti, ne servono almeno 70, diminuzione dei massacranti turni e orari di lavoro in sezione, aumento del personale sanitario medico e infermieristico nei penitenziari, operare gli scatti di ruolo e categoria fermi da anni, prestare attenzione ai luoghi di lavoro e apportare una maggiore sicurezza, riconoscere avanzamento professionale e formazione specializzata, visto i tempi difficili e che sono cambiati notevolmente da molti anni a questa parte, evitare il sovraffollamento ( a Velletri ci sono circa 500 detenuti, il 40% circa in più rispetto alla capienza prevista) riconoscere gli scatti di anzianità, indennità adeguandoli ai tempi, e sostanziale incremento del personale per le traduzioni di scorta, con la sostituzione dei mezzi vecchi, con alcuni più sicuri e nuovi rispetto a questi usurati e vetusti di ora.
“La direzione generale del carcere che è stata chiamata ad ascoltare le problematiche dei poliziotti penitenziari, ma nessuno ci ha ascoltato e non si è presentato nessuno dei dirigenti locali al nostro sit in. Non vogliamo nemmeno che il carcere di Velletri diventi come lo è da oltre un anno un centro covid di Roma e provincia per detenuti, che vengono a fare la quarantena fiduciaria qui al momento dell’arresto in attesa di tutti i test ed esami vari per il coronavirus 19”, ha detto un amareggiato Fabrizio Samorè. Prossimo appuntamento di protesta il 10 giugno prossimo davanti al ministero della giustizia via Arenula a Roma. Inoltre la Direzione non è potuta uscire perché c’era la visita del garante regionale dei detenuti il quale ha redatto una nota a favore della penitenziaria chiedendo un’ interrogazione parlamentare