A Castel Gandolfo, in Corso della Repubblica 74, da qualche mese, sulle porte di una vecchia cantina, accanto ad un manifesto della “Sala Toni Ucci”, c’è un cartello rosso con su scritto a mano “qui sta nascendo un piccolo teatro” e già l’idea che, in un momento così “particolare”, si investa in un progetto artistico, basterebbe a raccontare una “bella storia”, ma se si inizia a raccontare qualcosa è perché dietro c’è tanto di più di quello che è visibile a tutti. Se vi lasciate incuriosire da quel cartello e iniziate a scendere le scale verrete avvolti dal profumo del legno, sentirete il rumore di lavori in corso (ormai in fase di completamento) e, probabilmente, avrete la sensazione di entrare in uno spazio fuori dal tempo. La cantina, che già di suo racchiudeva il fascino e la magia della sua storia, ha subito in questi mesi una trasformazione che, a volerci credere, sembra essere opera di maghi esperti. E, anche se nella realtà i maghi non esistono, esistono però, fortunatamente, i sognatori, le persone che posseggono la visione del bello, quelli che credono in un progetto talmente fermamente da non lasciarsi scoraggiare da nulla, disposti a mettersi in gioco in prima persona per Costruire, e, oggi più che mai, è incredibilmente rassicurante sapere dell’esistenza di persone così. Se siete arrivati in fondo alle scale una di queste persone vi sta vendendo incontro per accogliervi, se si tratta di Massimo sicuramente vi regalerà un sorriso ed una battuta, se ad accogliervi sarà Claudio vi sembrerà di essere sempre stati là, se poi ad accogliervi sarà Giorgio (il deus ex machina di questa operazione) l’accoglienza sarà forse più “professionale” ma non per questo meno calorosa. Ognuno di loro vi verrà incontro dopo aver poggiato l’attrezzo che stava utilizzando al vostro arrivo e vi inizierà a raccontare di come era la cantina, di come, poco per volta, è nato quello che state vedendo, di come, fin da subito, hanno deciso di utilizzare solo esclusivamente materiali e legno di recupero, e, quando vi racconteranno questa cosa, vi stupirete ad accorgervi di dove siano “nascoste” le vecchie botti che inizialmente affollavano la cantina, e di come ogni singolo particolare, dal pavimento ai ripiani, dal palco ai camerini, sia frutto di un sapiente lavoro di recupero e trasformazione. Vi racconteranno la storia dell’ “Associazione Il Tempo Diverso” nata nel 2017 dall’idea di sette amici, trascinati dall’entusiasmo di uno di loro (si, sempre lui, Giorgio) che … “o facevano quello o facevano il circolo anziani”, vi racconteranno dell’idea di intitolare i locali che occupavano all’epoca a Toni Ucci, non solo per l’amicizia che legava Giorgio a questo istrionico personaggio dello spettacolo, ma perché la carriera di Antonio, che ha attraversato quasi un secolo di teatro, cinema e televisione, sicuramente racchiude il senso e l’idea che avevano: un teatro, si, ma un teatro diverso, un teatro in cui il pubblico non è relegato al semplice ruolo di spettatore ma può partecipare, ricevendo e regalando energia. Vi diranno di come, “La Sala Toni Ucci” non ha resistito alle conseguenze della pandemia, di come le restrizioni imposte e la “miopia” di chi di quel posto è proprietario, li costrinsero un anno fa a decidere, a malincuore, di abbandonare quei locali in cui tanta energia, entusiasmo, impegno e, perché no, risorse economiche avevano investito. E poi vi racconteranno, con il sorriso negli occhi, che, come nella miglior tradizione favolistica, quando tutto sembrava perduto l’anima della “Sala Toni Ucci” ha incontrato l’anima (ed il cuore) di chi aveva uno spazio perfetto in cui farla rinascere: la cantina in cui state passeggiando in questo momento. Ci sono posti che, prima ancora di essere spazi fisici, sono “luoghi”. I “luoghi” posseggono un’anima, nascono da un’idea, vivono dell’energia che li genera e prescindono dallo spazio fisico che occupano. E la nuova “Sala Toni Ucci” sarà, dal 21 novembre, per i propri associati, un “Luogo di Arte”: non solo teatro, ma incontri, mostre, corsi, serate musicali, proiezioni cinematografiche, momenti di aggregazione. Ci sono favole che sono già belle per il fatto di essere tali, ma ci sono realtà che sono anche meglio, si tratta solo di farsene coinvolgere.
Doda Angeletti