I senatori sono venuti a conoscenza della vicenda da “atti resi pubblici tramite condivisione sui social network” e sostengono che la Asl, con una risposta datata 9 dicembre 2013, avrebbe negato il dispositivo alla famiglia perché “il dispositivo proposto non è essenziale e non opportuno in riferimento ai livelli essenziali di assistenza”. “Tuttavia – scrivono i senatori – sono stati pubblicati sullo stesso canale web altri documenti che dimostrano che lo stesso dipartimento avrebbe già fornito in maniera gratuita il medesimo presidio ad altri pazienti residenti nella provincia pontina”.
I genitori della bambina, si legge, hanno fatto ricorso nel 2014 contro la Asl ma la pronuncia del tribunale non arriverà prima del prossimo anno. “Si sottolinea che in questo arco di tempo le condizioni fisiche della bambina saranno sicuramente soggette ad evoluzione – commentano i senatori – si immagina che lo saranno indubbiamente in una direzione sempre più critica, anni durante i quali la necessità di ottenere quel busto in particolare non sussisterà più e, automaticamente, alla stessa non verrà garantito uno standard di vita più vicino alla soglia della normalità considerata la sua disabilità”.
Al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin gli interroganti chiedono se sia a conoscenza dei fatti esposti e, in particolare, “se non ritenga di dover accertare e risolvere la serie di problematiche che impediscono alla minore di godere del diritto alla salute e all’integrità fisica”. L’atto è stato presentato con carattere di urgenza, la risposta del Ministro dovrebbe essere quindi tempestiva nonostante, per la legislazione in materia di riparto delle competenze, la sanità sia un ambito di pertinenza regionale.