La prima richiesta per effettuare ricerche di acque termali a Lavinio Colaceci la presentò nel 2002 e, chiesta cinque anni dopo la concessione, in un primo tempo ottenne anche pareri favorevoli dai diversi enti competenti in materia. Il 5 settembre 2011, però, proprio in quella zona, all’interno del circolo sportivo, si verificò un grave incidente. Quattro operai, scesi in una vasca per i lavori che stavano compiendo su una piscina, rimasero intossicati dalle esalazioni di idrogeno solforato e uno dei loro perse la vita. Immediatamente si elevò il livello di attenzione sui pericoli presenti nel sottosuolo di Anzio e vennero avviati degli studi. La commissione regionale per le acque minerali e termali frenò il progetto a Riserva della Torre e Colaceci venne invitato a monitorare per un anno i gas in quella zona. Arrivarono quindi gli studi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e del Dipartimento di Scienze geologiche dell’Università Roma Tre, che evidenziarono come il sottosuolo di Anzio, in particolare di Lavinio e Tor Caldara, fosse interessato da emanazioni spontanee di gas endogeni, anidride carbonica, idrogeno solforato e radon, che si “manifestano costantemente e in alcuni casi con picchi di concentrazione di notevole entità”. Tanto a Lavinio quanto al Lido dei Pini è poi stato rilevato un vero e proprio “rilascio anomalo di gas endogeni”, soprattutto in zone con forte frantumazione geologica, come quella del Fosso dello Schiavo, vicina al circolo sportivo dove è avvenuto l’incidente mortale. Considerando a tal punto troppo rischioso per la salute pubblica dare l’ok alle terme in una zona del genere e temendo che i lavori per la realizzazione degli impianti potessero portare a ulteriori fuoriuscite di gas tossici, oltre a evidenziare che il progetto non sarebbe conforme al Prg di Anzio, la Regione ha negato la concessione.
Anzio, un iter iniziato dal 2002
La Regione frena il progetto delle terme di Nerone a Lavinio
Bocciato il progetto delle terme a Lavinio. Troppi i rischi rappresentati dalla presenza di gas tossici nel sottosuolo in quella zona. Abbastanza per portare la Regione Lazio a negare la concessione per acque termominerali, denominate “Terme di Nerone”, chiesta in località Riserva della Torre dal neroniano Davide Colaceci.
10/06/2016
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