Quali sono gli interventi?
“L’obiettivo è riqualificare e attrezzare l’area del porto canale usato da pescatori e diportisti. C’è sempre stata una situazione di precarietà, per quanto riguarda in particolare le attività riconducibili al diportismo, a causa della provvisorietà della banchina Mussolini, un ormeggio senza requisiti elementari sulla sicurezza. La riqualificazione consiste in opere che conferiscono alla struttura un idoneo sistema di tenuta e anche attrezzaggi che portano ad avere i requisiti minimi di sicurezza. Sono previsti 350 posti barca disponibili, con esclusivo utilizzo della banchina per la pesca, in modo del tutto sicuro, rispondendo così alle norme della navigazione e del Testo Unico sulla sicurezza. Inoltre verrà realizzata una pista ciclo-pedonale sul lato di Latina ed un camminamento pedonale sul lato Sabaudia. Ed ancora, sono previsti servizi di bunkeraggio sul lato Latina per il rifornimento delle imbarcazioni, in modo da poter rendere davvero Rio Martino un porto canale”.
Attenzione alla natura?
“Uno degli obiettivi è procedere alla rinaturalizzazione della duna lato Sabaudia per ricreare condizioni degne di un’area parco. Questo sarà probabilmente eseguito con la sabbia escavata all’interno dell’imboccatura del porto canale, perché, grazie a delle analisi, realizzate secondo le indicazioni di Arpa Lazio Latina, è emerso che la sabbia ha buone caratteristiche, non presenta inquinanti che ne inibiscono il riutilizzo. Attendiamo le controanalisi di Arpa Lazio: se fosse tutto confermato, si dedurrebbe che anche l’acqua ha buone caratteristiche, perlomeno quella che lambisce la costa. Inoltre, sull’area oggetto di rinaturalizzazione saranno eliminati i camminamenti sulla duna, vista la fragilità di tale ecosistema”.
Inoltre saranno realizzati corridoi ecologici: “Dei cunei che permettono alla fauna di piccola misura di accedere da un lato all’altro della strada, cosa prima impossibile! L’Ente parco si è battuto per ottenere questo e ce la stiamo facendo!”.
Nel vostro cantiere si trova la pietra con le ormai di dinosauro, che è stato battezzato Martino. Che fine farà?
“Noi l’abbiamo messa in sicurezza, ma stiamo aspettando dalla Soprintendenza che si decida il da farsi. Oltretutto la pietra trovata a Rio Martino proviene da una cava di Terracina, quindi si dovrà dirimere anche questa questione. Ci vorranno ancora un paio di settimane prima di avere una risposta”.
La pietra con l’impronta fu trovata casualmente a novembre 2014 da due ragazzi di Latina, Bruno Tamiozzo (fotografo) e Stefano Panigutti (geologo). I due segnalarono la scoperta all’equipe del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università La Sapienza di Roma che confermò l’attribuzione delle impronte. Qualche tempo fa l’Associazione Sempre Verde Pro Natura di Latina ha lanciato dalle pagine del suo blog un sondaggio per l’attribuzione del nome al dinosauro. Tra i nomi suggeriti, il preferito è stato Martino!
“Ci auguriamo – spiega Fabio D’Achille, Presidente della Commissione Cultura – che si riesca a fare un tavolo di concertazione per decidere dove andranno queste impronte. Sono due anni che sostano lì all’aria aperta, sottoposte alle sollecitazioni dell’atmosfera, della pioggia acida ed esposte a tutti gli incidenti che gli potrebbero anche capitare. C’è questa messa in sicurezza che è molto simbolica: se qualcuno volesse entrare nel cantiere e scalfire la pietra, lo potrebbe fare e nessuno neanche se ne accorgerebbe… La Soprintendenza ha un po’ temporeggiato, ma li ho sentiti qualche giorno fa e mi hanno spiegato che mi avrebbero contattato per comunicazioni, spero in merito alle orme”.