La Finanza, perquisendo un autoarticolato frigo, con targa polacca, fermo in piazza Scaffa a Palermo, nota per una strage di mafia del 1984 trovò 26 pacchi, ognuno contenente 33 chili di hashish, nascosti tra cassette di arance provenienti da Valencia, in Spagna, e ufficialmente dirette a un commerciante in Polonia. Gli uomini del Gico di Roma e Palermo, insieme ai colleghi della Tributaria, bloccarono e arrestarono i polacchi Adam Kazmierczak, Slawomir Piotr Blaszko e Slawomik Mikolajczk, la romena Elena Alina Bivol e il 38enne di Cisterna di Latina, un insospettabile. Quel carico, secondo gli inquirenti, era diretto alla piazza palermitana e aveva un valore superiore al milione di euro.
Benedetti era stato intercettato all’uscita del casello autostradale di Castellaccia, dove si era incontrato con alcuni degli stranieri, che viaggiavano su una Bmw e avevano in auto una grossa somma di denaro, insieme ai quali si era poi diretto in piazza Scaffa. Indagato a piede libero un secondo italiano che era sullo scooter insieme al 38enne, considerando dagli investigatori il “mandante dell’operazione”, l’hashish venne sequestrato e scattarono gli arresti. Al pontino, rimasto in silenzio davanti al gip, sono stati negati i domiciliari a Cisterna e la misura della custodia cautelare in carcere di recente è stata confermata anche dalla Cassazione. Ottenuto dalla Procura il giudizio immediato, Benedetti ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato, dunque allo stato degli atti, e il pm ha chiesto ora per lui sette anni di reclusione.