L’appello del sindacato Gilda
È per questo che l’appello del sindacato Gilda quest’anno è stato ancora più forte e fragoroso rispetto al passato: «L’ufficio scolastico regionale – ha fatto sapere l’’Associazione professionale degli insegnanti – ci aveva promesso le deleghe per i posti in più che avevamo chiesto in provincia di Latina, circa 60, ma non sono ancora arrivati. Al momento i docenti nell’organico di diritto sono circa 1.300, oltre 300 sono invece le deleghe ma abbiamo bisogno di altro personale per garantire un’istruzione adeguata anche a chi ha disabilità. Abbiamo inoltre espressamente chiesto alle famiglie con problematiche meno gravi di pretendere le ore a cui hanno diritto». In alcuni casi la tecnica della mancata mediazione ha dato i suoi frutti: è dei giorni scorsi la storia di una ragazzina di nove anni, avente diritto a 22 ore di sostegno, che il primo giorno di scuola si è ritrovata senza insegnante. I genitori hanno presentato un esposto ai carabinieri e, nel giro di due settimane, ha ottenuto la copertura totale come del resto disposto anche da una sentenza del Tar. Meno fortunati altri piccoli studenti, da Aprilia e Minturno, i cui genitori spesso non hanno la possibilità di intraprendere le lunghe e costose vie legali.
Le direttive del ministero
In base alle direttive del ministero, il rapporto tra studente e docente cambia in base alla disabilità: nei casi più gravi il rapporto è di un insegnante per alunno, nei casi meno gravi si può arrivare anche a una maestra per sei studenti. Quando scarseggiano i docenti e le risorse, succede che più casi gravi vengono affidati ad un solo docente con tutte le conseguenze che ciò comporta. Ma non è tutto perché, talvolta, quando mancano gli insegnanti principali, i docenti di sostegno fanno anche da supplenti e vengono costretti a trascurare gli alunni che sono stati loro assegnati.
Il problema delle assistenti
Quello in questione, tuttavia, non è l’unico problema che affligge gli alunni pontini con disabilità. Molti di loro, in particolare chi ha difficoltà motorie e non è autonomo, viene affiancato da un assistente che lo aiuta a deambulare o a espletare i bisogni primari. Una figura fondamentale gestita spesso da cooperative che, a loro volta, vengono finanziate dai comuni. Anche in questo caso le risorse sono sempre troppo poche e gli alunni sono costretti spesso a rinunciare alle gite o, in alternativa, a restare a casa all’indomani, per far recuperare le ore in esubero svolte dagli assistenti.