Tanti gli italiani laureati che volano in Spagna e Romania per conquistare l’abilitazione professionale di avvocato ma senza dover sostenere l’esame. Il Consiglio nazionale forense ha diffuso questi dati raccolti durante la lunga battaglia per contrastare questo fenomeno. Il caso nasce dalla Direttiva europea 98, recepita dall’ Italia nel 2001 che consente agli avvocati comunitari di svolgere l’attività forense in uno Stato europeo diverso da quello nel quale gli stessi hanno conseguito il titolo professionale. L’obiettivo è quello di promuovere la libera circolazione degli avvocati europei. Tutto regolare, fino a quando questa direttiva non diventa un escamotage utilizzato da parte di tanti aspiranti avvocati per sottrarsi all’esame necessario. Una rilevazione effettuata ha accertato che ben il 92% degli avvocati iscritti nell’elenco degli avvocati stabiliti sia di nazionalità italiana. Tra questi l’83% ha conseguito il titolo in Spagna e il 4% in Romania. Gli Ordini forensi che contano il maggior numero di avvocati «stabiliti» di nazionalità italiana, iscritti nell’elenco speciale, sono Latina (129), Roma (1058), Milano (314), Foggia (126).
06/02/2014