“Studiare in Italia non conviene”. È così che il Presidente di Bankitalia, Ignazio Visco, ha etichettato la scelta di molti giovani italiani che hanno deciso di studiare nel loro Paese. I numeri e le statistiche danno ogni giorno di più ragione all’economista italiano, dato il crescente numero di giovani cervelli in fuga dall’Italia verso altri Stati. “Il Caffè” è andato a far visita a due ragazzi che dai Castelli Romani sono emigrati in Olanda. Giuseppe, ventenne di Genzano di Roma, appassionato di musica, dopo aver concluso gli studi liceali, ha deciso di trasferirsi ad Amsterdam per studiare nel conservatorio della capitale olandese. Secondo Giuseppe, nelle parole del numero uno di Bankitalia, di vero c’è poco: «È una provocazione, Visco parla in questo modo poiché collega lo studio alle opportunità lavorative successive. Io trovo sbagliato collegare il fattore studio con quello lavorativo. Ognuno di noi studia per trovare ingaggi successivi, ma non è solo questo il motivo per cui una persona studia. Io ho deciso di andare all’estero perché è migliore l’ambiente, senza pensare ai soldi che potrei fare qui anziché nel mio Paese. Qui vengono da tutta Europa, ci sono anche studenti provenienti da Paesi in cui il welfare è migliore rispetto a quello italiano e che non avrebbero alcun impedimento a rimanere a casa propria». Tutt’altra interpretazione ce l’ha fornita David, giovane di Albano Laziale, anch’egli classe 1993, oggi studente di economia nell’Università di Rotterdam: «Le parole di Visco sono vere: in Italia se studi non sei premiato; qui tutto funziona meglio e dopo la laurea il lavoro è sicuro e ben pagato. Nel nostro Paese sfondi in qualche settore solamente se hai agganci». Riguardo all’ipotesi di tornare in Italia, David si pone così: «Se mi offrissero un lavoro vicino a casa ben pagato come qui in Olanda, tornerei, altrimenti rimango qui. In proporzione il governo olandese, nonostante sia uno straniero, mi dà più privilegi di quanti me ne darebbe quello italiano, nonostante io sia un suo cittadino». Nei confronti dell’istruzione italiana è critico anche il Professore Aldo Onorati: «L’Italia è maestra nello scacciare le intelligenze, premiando col metodo della raccomandazione i mediocri. In questo Paese impera la demeritocrazia. L’Italia è la patria degli ingegni costretti a rifugiarsi all’estero, pensiamo a Cristoforo Colombo, che ha arricchito la Spagna, a Guglielmo Marconi allontanatosi in Gran Bretagna poiché in Italia nessuno credeva in lui e si potrebbe continuare all’infinito con gli esempi. I giovani non hanno futuro in un Paese che è l’ultimo nella lettura, secondo i dati statistici dei Paesi dell’OCSE, e negli investimenti nella ricerca scientifica, dalla quale nasce la vera ricchezza di un Paese. Per fortuna qualche settore si salva, ma sono pochi».
07/11/2013