Sindaco, come considera il 2020?
«Estremamente difficile, per l’impiego delle risorse umane nella lotta al Covid e per portare avanti la macchina amministrativa. Un anno speso a rincorrere questo terribile a nemico invisibile. Peraltro in una condizione organica dell’ente già deficitaria».
Dall’elezione ha annunciato dimissioni, cambiato e azzerato la giunta. Qual è il problema?
«Cisterna vive un delicatissimo momento storico legato al periodo di transizione. Siamo succeduti a un commissario e con la classe dirigente annientata. Nell’attuale amministrazione ci sono ambizioni personali molto spiccate nei partiti maggiori, Lega e Fratelli d’Italia, per occupare le posizioni preminenti; inoltre, con il decesso di Ciro Santi (luglio 2019 n.d.r.) che dava molto equilibrio in consiglio, si sono sfilacciati i rapporti con le forze civiche, con la corsa dei partiti ad accaparrarsi i posti».
Pressioni da parte di Lega e Fratelli d’Italia: su cosa e perché non si trova la quadra?
«È una corsa per la pole position, compreso il numero uno, ovvero il mio. Inoltre i rapporti tra consiglieri non si distinguono per simpatia reciproca. Molti di loro sono alla prima esperienza consiliare e c’era da aspettarsi situazioni simili. Rispetto ai miei mandati precedenti non ci si trova davanti Carturan con un gruppo d’amici, adesso c’è da confrontarsi con i componenti dei partiti che rispondono a determinate dinamiche. La coalizione è questa ma io non voglio essere condizionato da nessuno ed è la ragione per cui ogni tanto viene voglia di lasciare. Il governo di Cisterna non può essere fatto né a Fondi, né a Roma, né a Latina, appartiene solo a Cisterna».
A conti fatti, la maggioranza c’è o la sta rincorrendo?
«La maggioranza c’è, ma non comunica o comunica poco per via della continua competizione e recriminazione. Bisognerebbe confrontarsi sulla qualità del lavoro svolto e non sugli assessorati assegnati ed è per questo che ho chiesto con forza di allargare la maggioranza (alle forze civiche n.d.r.) affinché finiscano le antipatie ed entrino in giunta chi ha preso più voti alle elezioni».
Ha valutato di affidarsi ad una giunta tecnica?
«Non ne vedo l’opportunità anche se la ho sempre minacciata, come di andare tutti a casa. Ma credo ci siano margini per ristabilire gli equilibri. Inoltre con tutti i consiglieri ritengo di vantare un discreto rapporto personale che alla lunga avrà presa anche sul piano politico».
Non crede che questa incertezza vada a discapito dei cittadini?
«Non vedo l’amministrazione incerta perché sento forte la fiducia della città. Se andiamo ad analizzare le difficoltà reali, quando ci siamo insediati mancava sia il rinnovo della Cisterna ambiente sia il bilancio; l’anno dopo c’è stato il ricorso che ci ha portato via ulteriori mesi ed anche il secondo bilancio approvato di fatto non poteva considerarsi nostro. Molte cose avvengono in ritardo perché c’era una situazione alterata in partenza. Nel bilancio 2020, finalmente nostro, ci sono le opere che mancano all’appello e parlo di strade, illuminazioni e molto altro. In questa prima parte del mandato abbiamo comunque messo a segno obiettivi importanti come la riapertura del palazzetto dello sport e le opere al cimitero».
Con le premesse di questi mesi, ritiene che si arrivi alla fine naturale del mandato?
«Rispondo dicendo che se qualcuno metterà fine anzitempo alla legislatura, se ne assumerà le responsabilità davanti alla città. Personalmente sono al primo mandato ed ho in programma di fermarmi al primo, ma se ci dovesse essere una interruzione in corsa mi ripresenterò perché rivendico la possibilità di completare le opere che la cittadinanza ha votato».