LA MOLOTOV SCOPPIATA IN ANTICIPO – Grazie alle telecamere del Comune e ad alcune testimonianze, i carabinieri avevano potuto accertare che due malviventi avevano cercato di dar fuoco al Municipio gettando dentro una finestra del piano terra una vera e propria bomba incendiaria, costituita da tre taniche da 5 litri colme di benzina. L’innesco doveva essere una bottiglia molotov che, per un errore, è scoppiata in anticipo rispetto ai piani dei banditi. Uno di loro, infatti, è stato investito dalle fiamme e nella fuga aveva lasciato dietro di sé numerose tracce, tra cui un telefonino quasi completamente distrutto. L’uomo, un 43enne romano ma domiciliato ad Anzio, è stato rintracciato ad Ardea il mese dopo: la mano destra era completamente fasciata. All’esame medico, sono state subito evidenti le gravi ustioni. Immediato l’arresto e la detenzione nel carcere di Velletri.
COINVOLTI NELL’INCENDIO DI PRATIKO – Le indagini hanno portato gli inquirenti di Pomezia e Frascati immediatamente sulle tracce di un gruppo di soggetti ritenuti vicini all’arrestato: il 35enne bosniaco R.M. e la coppia di conviventi italiani M.A. e P.C. Ma dobbiamo aspettarci altre sorprese: i carabinieri ritengono che siano coinvolte altre persone, al momento ancora non identificate, e tutti avrebbero “chiare responsabilità” anche nell’incendio di Pratiko, il rogo che nel 2016 ha ammorbato l’aria del centro di Pomezia con una paurosa nube nera e maleodorante. I Vigili del Fuoco impiegarono più di 24 ore a domarlo completamente. “Nelle fasi operative dell’esecuzione dell’ordinanza del Gip – aggiungono i carabinieri – uno dei tre soggetti è stato denunciato anche per la detenzione di tre manufatti artigianali esplodenti, rinvenuti e sequestrati durante la perquisizione presso la sua abitazione. Gli arrestati sono stati associati presso la Circondariale di Velletri, ad eccezione della donna che è stata invece sottoposta agli arresti domiciliari presso la propria abitazione”.