I patrimoni sotto sequestro sono riconducibili a tre società romane operanti nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti elettronici e di informatica, nonché agli amministratori “di diritto” (7 soggetti) e “di fatto” (2 soggetti) individuati nel corso delle indagini.
Era in atto una strutturata frode carosello attraverso la quale sono state evase imposte per oltre 24 milioni di euro. Al centro del sistema illecito vi erano le società intestate a “prestanome” che si sono succeduti nel tempo e che erano assolutamente estranei alle gestione delle aziende.
Una sistematica evasione dell’Iva anche attraverso lo scambio di fatture per operazioni inesistenti per un volume complessivo di oltre 65 milioni di euro: così le società coinvolte nella frode hanno potuto abbattere il costo di acquisto dei beni commercializzati e praticare, slealmente, prezzi di rivendita fuori mercato immettendo sulla piazza capitolina prodotti “hi tech” (tablet, iPad, consolle di gioco, ecc.). Denunciate 17 persone. Tra gli immobili sottoposti a sequestro c’è una villa a Valmontone, magazzini e depositi nelle zone Anagnina e Morena, a Ciampino e Labico, nonché una
struttura ricettiva della zona est della Capitale che gli autori della frode avevano simulatamente ceduto a un’impresa croata, allo scopo di sottrarla a eventuali azioni di recupero dell’Erario.