Poteva e doveva essere l’anno della riscossa e invece tutto fa pensare che le belle speranze di inizio stagione debbano essere rinviate di almeno qualche mese. Sul fronte vendemmia, quella di scena ai Castelli Romani, è una stagione difficile, complicata, partita male con una primavera fredda e piovosa e una estate piuttosto titubante. Secondo molti esperti, infatti, la violenta perturbazione che si è abbattuta sui nostri territori nella seconda metà di luglio ha comportato numerosi danni alle coltivazioni.
Le aziende vitivinicole, dunque, hanno dovuto fare i conti con tre mesi di eventi estremi, grandine, piogge brevi alternate a caldo afoso. Fenomeni atmosferici che hanno inciso negativamente sulla vendemmia 2013 e che per quanto riguarda il Frascati Doc “si connota di eccellente qualità – dicono dal Consorzio Tutela Denominazioni Vini Frascati – pur a fronte di una produzione stimata non abbondante”. Produzione in calo anche secondo l’Aspal, che stima una diminuzione generalizzata del 30%. Numeri che si aggiungono a problematiche, che assumono connotazione preoccupanti come la riduzione della superficie da destinare a vigneto: “Relativamente al Frascati, siamo calati da 1900 a 1090 ettari – spiega al Caffè dei Castelli l’ex presidente della Regione Lazio, Giulio Santarelli, oggi proprietario di una azienda vitivinicola a Grottaferrata -.
Si sta verificando un abbandono della terra, non c’è più reddito per coltivare la vigna”. Un vero allarme per un territorio come il nostro dove invece si pensa sempre di più a “coltivare” il cemento.