Ad Albano: in piazza Sabatini ed in viale Scalchi, per due fontane moderne (ndr, del XIX secolo) che languono in uno stato di degrado ed abbandono assoluto, come in corso Matteotti, per il marmoreo Mascherone rimasto “a secco” a dispetto della sua prestigiosa storia; nella pittoresca villa del Vescovo (frazione Cecchina), con il mascherone che sembra una discarica a cielo aperto, come nella spartana piazza Berlinguer (frazione Pavona), con la melma e la “monnezza” che non rende visibile nemmeno il fondo della vasca, tra la sporcizia e la puzza; nella “centralissima” piazza Mazzini, nel cuore del centro storico, con la fontana seicentesca ricoperta di alghe e fango o come nel “giardino all’italiana” di villa Doria, dove i pesci rossi son costretti a far lo slalom tra le bottiglie di plastica e le lattine di alluminio. A Frascati: in piazza Marconi, per la gigantesca e monumentale fontana (anno 1700) di piazza San Pietro “fuori uso”, come in Villa Torlonia, per il mastodontico Teatro dell’acqua, in cui l’acqua, al momento, è nient’altro che un vecchio ricordo.
A Rocca di Papa, per la fontana di piazza della Repubblica, in cui i giochi d’acqua sono guasti, come a Marino, per gli storici fontanili in località Madonna dell’acqua santa, dove il bombardamento degli alleati sembra avvenuto appena l’altro ieri. A Lanuvio, in largo Tempio d’Ercole, per il mascherone privo d’acqua e la fontana degli anni’50 danneggiata irrimediabilmente, al Santuario e parco di Giunone Sospita, nei pressi del “Tram”, in mezzo ai rovi e al degrado generale. A Nemi, in piazza Roma, per la fontana di Diana, dove sembra d’essere più che altro nel deserto del Sahara, come nei pressi dei padri “Verbiti”, per la cinquecentesca fontana di Caiano (o “delli piscari”, anno 1575), senza acqua e sepolta da uno strato di 30 centimetri di foglie secche. Le fontane dei grandi “maestri” del passato “sommerse” dall’incuria. Poco conta l’importanza “storica” e “monumentale” della fontana o fontanella. L’incuria, l’abbandono e la sporcizia non guardano in faccia nessuno. Grandi scultori, rinomati architetti, famosi artisti. Né vale, tantomeno, l’importanza del blasone o del casato. Alla faccia del Bernini, del Fontana, del Bruni e del Pellegrini. Ma, anche, dei Barberini e dei Colonna, dei Chigi, dei Barbarigo, degli Sciarra o dei Torlonia. Le fontane vengono utilizzate come elemento architettonico ed urbanistico, ornamentale ed artistico, anche di tipo monumentale: come quelle ornate di statue o rese più spettacolari e scenografiche con fantasiosi giochi d’acqua. Ma non ai Castelli Romani, o almeno non più. Visto e considerato lo stato miserevole in cui, troppo spesso, le ritroviamo. Fontane a secco anche nei mesi invernali? Inoltre, anche nei piovosi mesi invernali, le fontane e fontanelle storiche e monumentali dei Castelli Romani, restano “a secco”. Perché? Una contraddizione nei termini, visto e considerato che, almeno durante la stagione invernale, l’acqua davvero non dovrebbe mai mancare. E, allora, di cosa si tratta? Incuria, trascuratezza, mancanza di soldi? In passato, la manutenzione e pulizia delle fontane e fontanelle era affidata ai “fontanieri”, veri e propri esperti del settore. Si trattava di dipendenti comunali, altamente specializzati, addetti alla cura di questi affascinanti elementi di arredo urbano ed architettonico. Ma ora non più. Oggigiorno, sono i Servizi Tecnici Comunali ad occuparsi di questa incombenza che spesso affidano ad “operai generici”. A volte, inoltre, il servizio viene anche sub-appaltato (ndr, vedi box). Ma certo che i risultati, in ogni caso, sono tutt’altro che soddisfacenti.
Ma le Amministrazioni comunali, allora, cosa fanno? Le amministrazioni comunali, ai Castelli Romani, gestiscono direttamente la cura di fontane e fontanelle, tranne in casi eccezionali. Eppure, i risultati negativi sono, è proprio il caso di dirlo, sotto gli occhi di tutti i cittadini. Diversi i casi, nei giorni delle festività che abbiamo trascorso in giro per le piazze e vie dei Castelli Romani, in cui genitori, nonni e bambini, hanno lamentato lo stato di incuria ed abbandono in cui versano tante, ma davvero tante fontane e fontanelle dei nostri Comuni. Spesso, politici ed amministratori si affannano per recapitarci a casa biglietti e cartoline o affiggere manifesti per augurarci “Buone Feste”. Ma non sarebbe meglio, per tutti noi, che si impegnassero di più per rendere le nostre fontane e fontanelle, sparse per le vie e piazze dei Castelli Romani, funzionanti e pulite? La Pasqua, quest’anno, cadrà il 20 aprile. Staremo a vedere…