Ebbene, questa gente, pur avendo sborsato fior di quattrini, si ritrova tutt’oggi senza servizio. E con l’amministrazione comunale che, nel migliore dei casi, lancia il sasso, poi nasconde la mano ed in seguito sta a guardare cosa succede. E il mare è come è.
LA “SANATORIA”: I CITTADINI HANNO PAGATO
Tutto nasce con la delibera della Giunta Comunale di Latina n. 959 del dicembre 2000, con la quale fu approvato il progetto di massima per la realizzazione di un segmento di fognatura pubblica al servizio dei comprensori abusivi spontanei di Foce Verde, Quadrato, Valmontorio e Astura. In tutto erano coinvolte 10 lottizzazioni che, per ottenere la licenza edilizia in sanatoria, furono costrette ad allacciarsi (a proprie spese) al depuratore di Latina Lido; depuratore che abbiamo descritto sullo scorso numero de Il Caffè e da cui esce acqua sporca e che la stessa Acqualatina ha definito “obsoleto” e sottodimensionato e per il quale è previsto un improbabile spostamento nell’area della centrale nucleare (proprietà della Sogin, spa pubblica incaricata di gestire i siti atomici, e quindi statale).
APPALTO ALLA DITTA SENZA AUTORIZZAZIONE
La delibera 959 imponeva la realizzazione delle opere nei tre anni dalla sua approvazione, entro il 2003, pena la decadenza dell’autorizzazione. Per la redazione del progetto esecutivo furono incaricati due architetti ed un ingegnere di Latina e in data 10/11/2002 furono valutate le offerte delle ditte partecipanti alla gara per l’esecuzione delle opere. A vincere è un’impresa di Borgo Sabotino, ma poi si scopre che non aveva l’autorizzazione ad eseguire opere pubbliche (cosiddetta SOA).
LAVORI AFFIDATI SENZA GARA
E così i lavori vengono affidati alla seconda in graduatoria, una ditta che molto spesso esegue interventi con affidamento diretto dal Comune di Latina, vale a dire senza la classica gara d’appalto prevista dalle leggi come l’ordinario metodo per affidare i lavori pubblici. L’importo complessivo viene stimato in oltre un milione di euro e i rappresentanti dei 10 consorzi di residenti si impegnano a versare i soldi mano a mano che avanzano i lavori. Pagamenti puntualmente versati dai cittadini, che hanno pagato l’intero importo all’impresa.
LA DITTA SI FERMA: DICE CHE È COLPA DELLA PROVINCIA
Al limite temporale della scadenza delle autorizzazioni, nel dicembre del 2003, iniziano finalmente i lavori, che per contratto dovevano terminare nel successivo mese di aprile del 2004. Invece dopo aver eseguito i primi lotti, la ditta sospende l’esecuzione delle opere, lamentando problemi di autorizzazione da parte della Provincia di Latina, proprietaria delle strade lungo le quali dovrebbe essere realizzata l’intera fognatura. Nel frattempo la gran parte dei residenti dei 10 consorzi continua a versare le somme che si erano impegnati a pagare; risulta che alcuni di questi consorzi abbiano già versato per intero la loro parte per realizzare le fogne.
SENZA FOGNE I RESIDENTI PAGANO 2 VOLTE
Lo stato attuale delle stesse è quello che si vede nelle foto: tutto è abbandonato, quei pochi tratti realizzati non sono collegati ad alcun depuratore e intanto i residenti sono costretti a pagare (quelli che lo fanno) anche i salatissimi costi di smaltimento dei fanghi delle fosse biologiche. Altro paradosso è che i bottini, le autobotti che spurgano le loro fosse biologiche, a loro volta scaricano nello stesso identico depuratore al quale dovrebbero essere già stati allacciati e che è insufficiente. E il mare continua a pagare pure lui… Classica storia di “Pacco, doppio pacco e contro-paccotto”.
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L’OSTACOLO NUCLEARE
La centrale blocca i lavori
Tutti i comprensori delle lottizzazioni sono situati nel cosiddetto “triangolo delle servitù territoriali”, quello compreso tra la discarica di Borgo Montello-Bainsizza, il Poligono di tiro di Nettuno e il sito dell’ex centrale nucleare di Borgo Sabotino. Ed è quest’ultima a rappresentare l’insormontabile ostacolo per il completamento delle opere, in quanto per raggiungere il depuratore di Latina Lido si dovrebbe attraversare l’area atomica. Cosa inammissibile, stanti le attuali norme sulla sicurezza nucleare. Per risolvere il problema è stata ipotizzata un’idea ancora più assurda: spostare l’attuale depuratore sul lato opposto (ora sta sul lato destro, spalle rivolte al mare, del Canale delle Acque Alte, cosiddetto “Canale Mussolini”); cioè in area di proprietà della Sogin, la società che gestisce l’area nucleare, a poche decine di metri da dove è in fase di ultimazione il deposito “provvisorio” delle scorie radioattive dell’ex centrale.
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Leggi le inchieste su www.ilcaffe.tv
Su www.ilcaffe.tv puoi leggere le nostre inchieste: lo scandalo dei depuratori di Latina Lido e di quello di Via del Mare su Il Caffè n. 200, edizione di Latina, pagina 11); le opere pubbliche pontine affidate alla “cricca” degli appalti sul numeri 195 (ediz. Latina, pag. 8) e su Il Caffè di Latina n. 196 a pag. 8 c’è l’inchiesta sulle fogne (inservibili) a Latina Mare. Su Il Caffè n. 197 edizione di Latina (pag. 8, consultabile su www.ilcaffe.tv) già abbiamo raccontato la vicenda del collettore fognario fasullo al Lido di Latina: opera realizzata dall’impresa del Sig. Piscicelli – quello che rideva al telefono con suo cognato, la notte del terremoto in Abruzzo, pregustando gli affaroni della ricostruzione – opera “collaudata”, pagata, mai entrata in funzione e attualmente abbandonata.