È ancora bufera sulle nomine dirigenziali in Regione Lazio. Stavolta a scaldare gli animi è stata la doppia assunzione decisa dal segretario generale Andrea Tardiola, che in piena estate ha prescelto due figure “esterne” per la gestione della comunicazione istituzionale e delle pubbliche relazioni con i cittadini. I due nuovi dirigenti sono il 30enne Carlo Guarino, nominato “Social media manager, web content manager, coordinamento contenuti newsletter istituzionali”, e il 34enne Gianluca Giansante, responsabile del settore “Comunicazione e relazione digitale con i cittadini”: entrambi i neoassunti avranno uno stipendio annuo che si aggirerebbe intorno ai 60mila euro lordi. Come spiega anche il Corriere della Sera, Guarino e Giansante sono stati “nominati a inizio luglio dal segretario generale Tardiola come esterni, nonostante in Regione ci siano in pianta organica ben 300 dirigenti”. Una decisione che avrebbe fatto storcere il naso a sindacati e consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle. Da par suo il segretario generale non ha faticato a spiegare sul celebre quotidiano nazionale che “la natura altamente fiduciaria permette di conferire l’incarico senza utilizzare le ordinarie procedure di evidenza pubblica relative al conferimento degli incarichi dirigenziali”. Come al solito, punti di vista: certo è che nuovi soldi usciranno dalle casse regionali per due professionalità, deputate a rendere più trasparente e concreto il rapporto tra cittadino e Regione. Il tempo dirà se tale mission riuscirà o meno.
Altra questione che ha tenuto banco negli ultimi giorni è quella degli incarichi conferiti ad Alessandro Sterpa, che oltre ad essere vice segretario generale della Regione Lazio è stato nominato dal presidente Zingaretti dirigente responsabile dell’Ufficio legislativo del Segretariato Generale e della struttura Rapporti con gli enti locali, le Regioni, lo Stato e l’Unione Europea, Componente del Comitato per la legislazione e Commissario straordinario dell’istituto di studi giuridici “Arturo Carlo Jemolo”. Il gruppo consiliare grillino ha presentato una mozione ad hoc in cui impegna la giunta ad attivarsi per la revoca dei suddetti incarichi di Sterpa per “inconferibilità e incompatibilità ex art. 7 n.2 d.lgs 39/2013”. Secondo i grillini, infatti, “Sterpa è stato però anche consigliere e capogruppo per il Pd nell’ex XX Municipio di Roma Capitale dal 2008 al maggio 2013, nonostante un’espressa norma di legge impedisca ai membri degli organi di indirizzo politico degli enti locali di assumere incarichi dirigenziali nell’amministrazione regionale”. Una norma, il decreto 39/2013, che per i grillini ha “l’evidente finalità di scongiurare il rischio che le posizioni apicali dell’amministrazione pubblica diventino l’ufficio di collocamento per gli eletti, riciclati e trombati dei partiti”. A stretto giro è giunta la risposta della Regione Lazio, secondo cui la mozione del M5S è “priva di qualsiasi fondamento infatti non esiste alcuna incompatibilità” nei confronti del vicesegretario generale Sterpa”. Queste le spiegazioni normative arrivate dalla Regione: “Il D.lgs. 39/2013 disciplina l’inconferibilità degli incarichi dirigenziali vietandone il conferimento a chi ha svolto ruoli politici solamente nelle province, nei comuni e nelle Unioni di Comuni sopra i 15mila abitanti, escludendo volutamente altre cariche come ad esempio quelle di consiglieri municipali”. La nota regionale poi rmarca: “Si tratta, inoltre, di incarichi conferiti a Sterpa prima dell’entrata in vigore del d.lgs n.39 e la legge n. 98 del 2013 ha espressamente escluso che vi possa essere incompatibilità per incarichi conferiti prima dell’entrata in vigore delle norme. Infine Sterpa si è dimesso dal ruolo di capogruppo dal 2010 e da consigliere municipale dell’ex XX Municipio il 4 marzo 2013 e non a maggio, a differenza di quanto affermato dal M5S”. Ma cosa ne penserà il diretto interessato? Dal vicesegretario nessun commento ufficiale ma solo un post facebookiano: “L’amarezza della menzogna e la forza della legalità. Vinceremo anche questa”.
30/09/2013