L’ottobre di fuoco ad Ardea ha riservato, come amare e preoccupanti sorprese, altri due incendi di automobili di altrettanti personaggi della vita pubblica cittadina: quelle dell’ex comandante della stazione carabinieri di Tor San Lorenzo, Walter Giustini e – da ultimo – del presidente del Consiglio comunale, Massimiliano Giordani. Quest’ultimo è stato il quarto atto incendiario in tre mesi, dopo che a luglio due volte le fiamme avevano colpito anche le automobili del giornalista Luigi Centore (con un precedente simile nel 2005) e dei suoi familiari.
Senza contare gli altri precedenti ad automobili di politici e l’incendio all’ex ufficio tecnico comunale di via Laurentina. Fiamme troppo frequenti, che hanno scosso la città rutula, su cui è calato un preoccupante velo di paura, e scatenato la reazione del Coordinamento Antimafia Anzio Nettuno: «Nel contesto di Anzio, Nettuno e Ardea – si legge in una nota a firma del presidente e del vice presidente del Coordinamento, rispettivamente Edoardo Levantini e Daniele Audoly – da anni si registrano attentati ed intimidazioni ai danni di attività commerciali ed imprenditoriali nonché nei confronti di esponenti politici. Tutti segnali di un pesante clima d’intimidazione. Nel territorio di Ardea, come attestano numerose inchieste, operano consorterie criminali riferibili a Cosa Nostra catanese e alla ‘ndrangheta».
Per l’associazione occorre, quindi, un deciso intervento delle istituzioni, compresa la Procura distrettuale antimafia: «Confidiamo – concludono i due rappresentanti dell’associazione antimafia – in una risposta forte da parte di tutte le istituzioni per quanto di propria competenza in primis dalla prefettura di Roma, così come ci auguriamo che la procura distrettuale antimafia avvii un’inchiesta su quanto sta accadendo ad Ardea. Appena saranno costituite la commissione parlamentare antimafia e la commissione parlamentare d’inchiesta, del senato, sulle intimidazioni agli amministratori locali chiederemo a tali organi di avviare un’inchiesta sul litorale».