Ieri e oggi, in tantissimi, si sono ecati in piazza Pia ad Anzio Domani per donare alimenti in scatola da inviare al personale sul fronte Ucraino, insieme a medicinali, bende, gare, antidolorifici. A raccogliere il materialel’Associazione Cif, Comitato Italiano Femminile di Anzio in collaborazione con la Chiesa Cristiana Evangelica “Il Faro el Vangelo”e la pagina di Anzio Beneficenza per l’Ucraina. A dare una mano, con una consistente donazione di materiale sanitario, anche il dottor Gaetano Mauro della Farmacia 5 miglia ad Anzio.
Ma oltre alle giornate di sabato e domenica si può continuare a donare presso la Chiesa di via Casal di brocco, dove i cittadini Ucraini possono andare a prendere da mangiare, scarpe, vestiti, beni di prima necessità. La Chiesa avrebbe bisogno di un gazebo 4×4 con le coperture laterali e qualche stand per riuscire a sistemare i tanti vestiti che sono stati donati in modo da rendere più facile a chi arriva a prenderli capire le taglie e il genere. Chiunque voglia dare una mano può recarsi presso la chiesta Evangelica. Sono tanti i dubbi e le domande di chi arriva in Italia spesso senza parlare la lingua, disorientato e impaurito come i bambini che hanno dovuto separarsi spesso dal padre, alcune volte da entrambi i genitori. La Chiesa e il Cif vorrebbero organizzare dei corsi di italiano per i profughi e sono in cerca di un coordinamento dei comuni per tutte le pratiche di natura sanitaria e lavorativa, come la creazione di documenti temporanei, vaccini, inserimento scolastico. La speranza è che a breve gli iter per l’accoglienza vengano definiti. Nel frattempo sono i volontari in piazza, in prima fila, il riferimento di tante famiglie e bambini che fuggono dalla guerra con la paura negli occhi e tanto smarrimento.
Ma oltre alle giornate di sabato e domenica si può continuare a donare presso la Chiesa di via Casal di brocco, dove i cittadini Ucraini possono andare a prendere da mangiare, scarpe, vestiti, beni di prima necessità. La Chiesa avrebbe bisogno di un gazebo 4×4 con le coperture laterali e qualche stand per riuscire a sistemare i tanti vestiti che sono stati donati in modo da rendere più facile a chi arriva a prenderli capire le taglie e il genere. Chiunque voglia dare una mano può recarsi presso la chiesta Evangelica. Sono tanti i dubbi e le domande di chi arriva in Italia spesso senza parlare la lingua, disorientato e impaurito come i bambini che hanno dovuto separarsi spesso dal padre, alcune volte da entrambi i genitori. La Chiesa e il Cif vorrebbero organizzare dei corsi di italiano per i profughi e sono in cerca di un coordinamento dei comuni per tutte le pratiche di natura sanitaria e lavorativa, come la creazione di documenti temporanei, vaccini, inserimento scolastico. La speranza è che a breve gli iter per l’accoglienza vengano definiti. Nel frattempo sono i volontari in piazza, in prima fila, il riferimento di tante famiglie e bambini che fuggono dalla guerra con la paura negli occhi e tanto smarrimento.
13/03/2022