LE 3 INTERDITTIVE ANTIMAFIA
Del resto – così si legge tra le carte che il nostro giornale ha potuto consultare – sulla società Pontina Ambiente pendono, come anzidetto, tre interdittive antimafia della Prefettura di Roma: “la numero 74258 del 29 novembre 2006 (…) la numero 61392 del 13 marzo 2014 (confermata da due sentenza del Consiglio di Stato, anche a Sezioni Riunite, del 2017 e 2018) e infine la terza, la numero 182118 del 21 maggio 2020, la cui validità ed efficacia è stata già confermata dalla sentenza n.2771 del Tar Lazio pubblicata lo scorso 10 marzo”.
FEGATELLI, DE FILIPPIS, TOSINI E CONSOLI
Senza peli sulla lingua, la Presidente Colosimo cita esplicitamente gli ex dirigenti dell’Ufficio Rifiuti Lazio Luca Fegatelli e Raniero De Filippis, in carica nel 2009, anno in cui, entrambi, firmarono l’autorizzazione Integrata Ambientale che ha dato il via alla costruzione del VII invaso e che, ancora oggi, tiene in vita, almeno a livello burocratico, l’intera discarica e che forse non si erano accorti della interdittiva antimafia del 2006. La Presidente Colosimo passa poi alla disamina della ‘distratta’ Flaminia Tosini, ex dirigente succeduta a Fegatelli e De Filippis, che tra il 2019 e 2020 ha sottoscritto ben due volture che hanno passato la gestione della discarica, ma non la proprietà, da Pontina Ambiente a Colle Verde e Ecoambiente, senza considerare le pendenze antimafia classe 2014, confermate da due sentenze del 2017 e 2018. Per finire, punta su Vito Consoli e Wanda D’Ercole, sollecitati a più riprese anche da cittadini, associazioni e comitati territoriali nel corso del 2021-2022. Incalzato dalla Presidente della Commissione Trasparenza Lazio, Chiara Colosimo, Vito Consoli soli il 25 gennaio scorso ha chiesto un parere scritto all’Avvocatura regionale in merito a tale e incresciosa vicenda. Secondo l’avvocatura regionale l’Ufficio Rifiuti Lazio non ha “espletato le relative verifiche. Le volture sono avvenute (d’ufficio) con modalità anomale, essendo stati i provvedimenti finali deprivati del previsto iter procedurale”.