Dopo aver accertato l’esistenza di sversamenti di reflui presso la località “Fosso della catena”, in contrada Sant’Angelo, è stato trovato uno scarico di acque effettuato, attraverso una condotta, all’interno del fosso; è stato monitorato lo scarico nei giorni successivi, e si è verificato che risultava attivo.
Dopo essersi portati all’ interno del fosso, proprio in prossimità del termine della condotta, i forestali hanno rilevato che lo scarico in atto, per le caratteristiche cromatiche e olfattive, nonché per la prossimità al depuratore comunale, induceva a ritenere quanto sversato un refluo fognario proveniente dal depuratore.
“Per poter avere certezza di tale ipotesi si è provveduto ad effettuare il campionamento del refluo. Dopo aver effettuato il campionamento, si accertava che, nei pressi del depuratore la condotta aveva origine lo scarico illecito”, spiegano in una nota i carabinieri forestale.
Esisteva un vero e proprio sistema di chiuse attraverso il quale i reflui venivano avviati presso la condotta in questione, bypassando l’ impianto di depurazione. Ulteriore dimostrazione deriva dall’aver fatto defluire parte del refluo in arrivo con aggiunta di tracciante fluorescente. Dopo pochi secondi, il personale rimasto in prossimità del termine della condotta, ha accertato la ripresa dello scarico con l’aggiunta del tracciante immesso all’origine.
“L’esistenza della condotta illecita era finalizzata a collettare portate in eccesso rispetto alla capacità dell’impianto”, riferiscono i carabinieri, che hanno segnalato in procura per il reato di scarico senza autorizzazione il Direttore tecnico operativo di Acqualatina, società gestore dell’impianto, e il responsabile del servizio acque reflue della stessa società.
L’impianto, sottoposto a sequestro giudiziario, è rimasto “nella disponibilità della società, al fine di poter garantire il servizio di depurazione ed evitare ulteriori danni ambientali”.