“Numerosi sono i cittadini e le associazioni che sono intervenuti in questi giorni per chiedere informazioni
sull’abbattimento di alberi, cui stiamo assistendo ad Albano laziale”. E’ quanto si legge in un lungo e dettagliato comunicato stampa diffuso quest’oggi, martedì 23 agosto, da varie associazioni e comitati territoriali. “Sono state da subito – prosegue la nota stampa – richieste informazioni specifiche sulle motivazioni, infatti molti di questi alberi sono monumentali e fanno parte del patrimonio arboreo della città, più di 3.600 alberi. Per avere informazioni sono stati interpellati: il Sindaco, gli assessori e i dirigenti responsabili del verde. I primi documenti richiesti in modo urgente sono stati, ovviamente, le perizie sullo stato degli alberi. Nessuno mette in dubbio le necessità di sicurezza statica degli alberi, soprattutto a seguito degli eventi climatici estremi, sempre più dovuti ai cambiamenti climatici. Ma neanche deve essere sottovalutata l’azione degli alberi stessi nel migliorare la qualità della vita all’interno del paese e come strumenti alla lotta ai cambiamenti climatici stessi, nonché come patrimonio della comunità. Purtroppo, nonostante le numerose richieste, le perizie non si riuscivano ad ottenere ne tantomeno gli incontri richiesti con gli assessori di riferimento. La condizione era di urgenza, visti gli abbattimenti che già erano stati messi in atto a Villa Ferraioli, ci si aspettava una risposta veloce. Il solo Sindaco ha dato alcune risposte riguardanti alcuni esemplari di Villa Doria e una richiesta di approfondimento.
Nel frattempo la preoccupazione dei cittadini è aumentata, soprattutto dopo che l’Assessore Anderlucci ha
dichiarato, ad alcuni mas media, non però alle associazioni e ai cittadini, che per i platani monumentali
davanti al Museo civico e alla Palazzina Vespignani non c’era più nulla da fare, questi esemplari, come
riportato da alcuni giornali locali, erano affetti dal temibile Cancro colorato del Platano, definito
erroneamente cancro rosso. Questa notizia ha allarmato non poco la popolazione, vista la virulenza di questo
fungo e la procedura fitosanitaria prevista. Nel frattempo i comitati e le associazioni avevano contattato degli esperti e reperito le fantomatiche “perizie”, dove però non si fa riferimento a questa terribile malattia, responsabile, come affermato dall’Assessore stesso, delle decisioni riguardanti l’abbattimento di questi platani. Per esattezza, nel caso di Cancro colorato del Platano, è obbligatoria l’analisi biologica, non solo quella visuale, e la trasmissione al servizio fitosanitario regionale per inserire l’area comunale in un apposito elenco. Il cancro colorato è una malattia che si sviluppa a carico degli organi legnosi dei platani per azione del fungo ascomicete Ceratocystis platani. La lotta obbligatoria al cancro colorato è realizzata in applicazione del DM 29 febbraio 2012.
Soprattutto dopo questa comunicazione, i comitati e le associazioni, pretendono ulteriori delucidazioni e
chiedono indagini approfondite. Infatti, per valutare così tanti alberi e salvaguardare il patrimonio arboreo
servono indagini serie e con tecniche e analisi strumentali. Non speditive. Magari solo per gli esemplari più
preziosi e monumentali, ma sono necessarie. E’ vero che l’azione dei servizi comunali è stata fatta in urgenza, dopo i seri eventi climatici accaduti ad Albano, ma è anche vero che lo stato degli alberi è stato appurato da molto tempo, le prime perizie sono del 2015, quelle successive di dicembre 2021, quindi nel frattempo si poteva fare un’analisi anche strumentale. In realtà sono anni che le associazioni denunciano lo stato di degrado del patrimonio arboreo di Albano laziale dovuto, non solo alla poca importanza data al patrimonio arboreo, ma anche e soprattutto all’uso indiscriminato della tecnica vietata della capitozzatura. E’, infatti, la capitozzatura la principale causa che ha fatto ammalare gli alberi, mettendoli a contatto prima con numerosi patogeni. Nonostante questa evidenza scientifica, si continua a capitozzare, come successo in questi giorni a due esemplari di leccio ai giardini di Villa Ferraioli”. Comunicato stampa congiunto di Italia Nostra Castelli Romani, Comitato di Quartiere di Villa Ferraioli, EcoIstituto e Riforestiamo i Castelli Romani.
sull’abbattimento di alberi, cui stiamo assistendo ad Albano laziale”. E’ quanto si legge in un lungo e dettagliato comunicato stampa diffuso quest’oggi, martedì 23 agosto, da varie associazioni e comitati territoriali. “Sono state da subito – prosegue la nota stampa – richieste informazioni specifiche sulle motivazioni, infatti molti di questi alberi sono monumentali e fanno parte del patrimonio arboreo della città, più di 3.600 alberi. Per avere informazioni sono stati interpellati: il Sindaco, gli assessori e i dirigenti responsabili del verde. I primi documenti richiesti in modo urgente sono stati, ovviamente, le perizie sullo stato degli alberi. Nessuno mette in dubbio le necessità di sicurezza statica degli alberi, soprattutto a seguito degli eventi climatici estremi, sempre più dovuti ai cambiamenti climatici. Ma neanche deve essere sottovalutata l’azione degli alberi stessi nel migliorare la qualità della vita all’interno del paese e come strumenti alla lotta ai cambiamenti climatici stessi, nonché come patrimonio della comunità. Purtroppo, nonostante le numerose richieste, le perizie non si riuscivano ad ottenere ne tantomeno gli incontri richiesti con gli assessori di riferimento. La condizione era di urgenza, visti gli abbattimenti che già erano stati messi in atto a Villa Ferraioli, ci si aspettava una risposta veloce. Il solo Sindaco ha dato alcune risposte riguardanti alcuni esemplari di Villa Doria e una richiesta di approfondimento.
Nel frattempo la preoccupazione dei cittadini è aumentata, soprattutto dopo che l’Assessore Anderlucci ha
dichiarato, ad alcuni mas media, non però alle associazioni e ai cittadini, che per i platani monumentali
davanti al Museo civico e alla Palazzina Vespignani non c’era più nulla da fare, questi esemplari, come
riportato da alcuni giornali locali, erano affetti dal temibile Cancro colorato del Platano, definito
erroneamente cancro rosso. Questa notizia ha allarmato non poco la popolazione, vista la virulenza di questo
fungo e la procedura fitosanitaria prevista. Nel frattempo i comitati e le associazioni avevano contattato degli esperti e reperito le fantomatiche “perizie”, dove però non si fa riferimento a questa terribile malattia, responsabile, come affermato dall’Assessore stesso, delle decisioni riguardanti l’abbattimento di questi platani. Per esattezza, nel caso di Cancro colorato del Platano, è obbligatoria l’analisi biologica, non solo quella visuale, e la trasmissione al servizio fitosanitario regionale per inserire l’area comunale in un apposito elenco. Il cancro colorato è una malattia che si sviluppa a carico degli organi legnosi dei platani per azione del fungo ascomicete Ceratocystis platani. La lotta obbligatoria al cancro colorato è realizzata in applicazione del DM 29 febbraio 2012.
Soprattutto dopo questa comunicazione, i comitati e le associazioni, pretendono ulteriori delucidazioni e
chiedono indagini approfondite. Infatti, per valutare così tanti alberi e salvaguardare il patrimonio arboreo
servono indagini serie e con tecniche e analisi strumentali. Non speditive. Magari solo per gli esemplari più
preziosi e monumentali, ma sono necessarie. E’ vero che l’azione dei servizi comunali è stata fatta in urgenza, dopo i seri eventi climatici accaduti ad Albano, ma è anche vero che lo stato degli alberi è stato appurato da molto tempo, le prime perizie sono del 2015, quelle successive di dicembre 2021, quindi nel frattempo si poteva fare un’analisi anche strumentale. In realtà sono anni che le associazioni denunciano lo stato di degrado del patrimonio arboreo di Albano laziale dovuto, non solo alla poca importanza data al patrimonio arboreo, ma anche e soprattutto all’uso indiscriminato della tecnica vietata della capitozzatura. E’, infatti, la capitozzatura la principale causa che ha fatto ammalare gli alberi, mettendoli a contatto prima con numerosi patogeni. Nonostante questa evidenza scientifica, si continua a capitozzare, come successo in questi giorni a due esemplari di leccio ai giardini di Villa Ferraioli”. Comunicato stampa congiunto di Italia Nostra Castelli Romani, Comitato di Quartiere di Villa Ferraioli, EcoIstituto e Riforestiamo i Castelli Romani.
23/08/2022