Le indagini hanno consentito di accertare come gran parte delle attività e dei beni entrati nella disponibilità sua e della sua famiglia fossero frutto dei profitti ottenuti dalla stretta contiguità con la federazione malavitosa casalese.
Tra la Campania e il Lazio sono stati apposti i sigilli a beni immobili e mobili come partecipazioni societarie, rapporti finanziari e bancari e anche alle indennità e somme derivanti dal vitalizio consiliare.
La confisca – divenuta definitiva – riguarda sette fabbricati, tra Caserta e la provincia (Casal di Principe e Arienzo), e nel basso Lazio (Gaeta e Formia, in provincia di Latina), quote societarie riconducibili a due imprese attive nel settore immobiliare e nel campo dell’ingegneria integrata, un’autovettura e una moto, gli emolumenti e le indennità percepite (inerenti l’intero periodo di consiliatura), per un valore pari a 834.226 euro e il maturando vitalizio consiliare (per il periodo postumo dal raggiungimento del sessantesimo anno di età, da quantificare) alla Regione Campania, per un valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro.