La truffa della Gendarmeria Vaticana
L’indiziato, venuto a conoscenza delle aspirazioni del giovane disoccupato, si presentava falsamente come Ufficiale dell’Arma dei Carabinieri e, millantando rapporti privilegiati con la Gendarmeria Vaticana, si proponeva quale intermediario per l’assunzione del giovane come Gendarme in Vaticano.
Il giovane e il padre si convincevano a versare una somma di denaro in cambio del fattivo interessamento; seguiva un fitto scambio di mail fasulle con la Gendarmeria Vaticana, artatamente creato per trarre in inganno la vittima del reato, con tanto di compilazione di test selettivi di ingresso, indicazione del buon esito delle prove ed addirittura riferimenti ad una futura convocazione presso la sede del corpo di Gendarmeria per le “prove della divisa”.
Il giovane, convinto del buon esito delle selezioni, si presentava personalmente presso gli uffici del corpo di polizia in Vaticano, scoprendo di essere caduto vittima di un truffatore.
LE INDAGINI
La Gendarmeria Vaticana, resasi conto della truffa e preso atto del discredito in danno della prestigiosa Istituzione e del suo Comandante, segnalava i fatti al Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica – Polizia Postale di Roma, facendo scattare le indagini che, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, consentivano, attraverso l’esame delle evidenze informatiche, di individuare e denunciare il sospetto autore.
Su delega della procedente Procura capitolina si procedeva a perquisizione locale e personale nei confronti del soggetto indagato, rinvenendo e successivamente sequestrando dispositivi e materiale predisposto per simulare l’appartenenza ad un corpo di polizia, in particolare due pistole replica senza il previsto tappo rosso di sicurezza e due porta tessere con placche metalliche riconducibili all’agenzia governativa americana FBI.
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