Vittime anche in provincia di Latina, oltre che a Modena, Padova, Genova, Pesaro, Caserta, Campobasso e Palermo.
Il personale della polizia di Stato ha dato esecuzione ad altrettanti decreti di perquisizione. Il giro di affari sarebbe stato di oltre un milione di euro in due anni.
La rete criminale
Gli accertamenti, avviati dopo la presentazione di numerose querele da parte delle vittime di truffe romantiche e di altri reati, hanno consentito di delineare una rete criminale – riferisce la questura di Perugia – articolata su due livelli:
il primo, fortemente gerarchizzato e prevalentemente radicalizzato nei Paesi dell’Africa centro occidentale, si occupava di creare falsi profili sui social al fine di adescare le vittime;
il secondo, costituito da decine di persone deputate al riciclaggio del denaro, aveva l’incarico di mettere a disposizione i propri conti o di reclutare chi fosse disposto a fornire, talvolta inconsapevolmente, il proprio conto per far confluire le transazioni illecite in cambio di una percentuale.
Come avveniva la truffa
La truffa era incardinata sui falsi amori virtuali che, una volta diventati credibili, sfociavano in una richiesta di denaro per fantomatiche problematiche che il finto partner sosteneva di avere.
Nel caso di rifiuto, scattavano le estorsioni. I truffatori, infatti, minacciavano la pubblicazione di immagini intime che nel corso della relazione virtuale la vittima poteva aver inviato al truffatore.
Dalle indagini informatiche sui cellulari degli indagati è anche emerso che gli stessi avevano creato gruppi sui social network allo scopo di gestire le vittime, di riciclare il denaro e definire le percentuali delle truffe che si sono succedute nel tempo.
Le vittime
Le indagini sono scaturite dalla querela di una donna di mezza età residente nel comprensorio della Media Valle del Tevere, che alle autorità ha denunciato di aver versato alcune migliaia di euro al fidanzato virtuale che le aveva chiesto aiuto per fronteggiare una situazione di difficoltà, salvo poi non riuscire più a contattarlo.
Complessivamente le denunce delle vittime, prevalentemente donne, sono state una quarantina, ma molto maggiore è il numero delle truffe romantiche compiute dalla presunta associazione per delinquere. Gli inquirenti, infatti, evidenziano un numero elevato di raggiri di cui però si è avuta contezza soltanto esaminando i movimenti dei conti correnti di cui si avvalevano gli indagati.
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