ALLA BASE DEL LAVORO IN NERO, LE TASSE TROPPO ELEVATE SUI CONTRATTI?
Benedetti ha poi spiegato cosa genera il più delle volte situazioni lavorative fuori legge: «L’Italia ha il costo del lavoro più elevato rispetto a tutti gli altri Paesi europei. Se in questo momento mettessi sotto contratto un operaio che ha una paga base di 1.000 euro al mese, cioè 12.000 annui, a me questo contratto costerebbe il doppio, cioè 23.000/24.000 euro annui». Nonostante le cifre impietose, secondo la Direttrice Ambrosco, fare contratti non è opera impossibile: «I datori di lavoro si barricano dietro il discorso delle tasse. Non è una contribuzione bassa, ma ciò non toglie che l’azienda deve garantire una contribuzione. La copertura per un lavoratore deve essere a 360°. Ogni professionalità ha un contratto applicato e le aziende si lamentano dei contributi, ma fatturano».
LE PENSIONI E IL SISTEMA DI PREVIDENZA SOCIALE SONO IN BILICO
A chi prevede una prossima scomparsa dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, Alessandra Ambrosco risponde così: «L’Inps non deve scomparire, qualche meccanismo deve essere rivisto. Lo Stato ha un sistema previdenziale che garantisce molti diritti ai lavoratori, cosa che non accade in molti Paesi. L’Inps è un ente che va rivisto, ma mantenuto».
IL CAMMINO DI RESURREZIONE DALLA CRISI, COSE DA FARE E NON FARE
Quando si parla di ripresa, dalla Direttrice della Camera del lavoro CGIL trapela un certo ottimismo: «Non ci aspettavamo una crisi così dura. Senza dubbio per ripartire dobbiamo iniziare ad evitare di portare le nostre aziende all’estero. Prendiamo come esempio la zona di Pomezia: numerose delle imprese che erano lì sono state dirottate all’estero. È doveroso iniziare un processo di rivalutazione della nostra cultura». L’imprenditore Benedetti traccia le linee guida di quella che potrebbe essere il cammino della ripresa: «Bisogna abbassare i costi del lavoro, o meglio si devono mettere le aziende nelle migliori condizioni per dare lavoro. Sono ottimista; nonostante la crisi, le aziende italiane non hanno dimenticato come si lavora. Chi ha sempre basato il proprio operato sulla qualità, sta sopportando anche questa crisi».