La società, che ha perso contro il Comune in tutti e tre i gradi di giudizio, aveva richiesto un risarcimento danni di un milione e 100 mila euro ed ora, al termine di un iter processuale durato oltre 12 anni, è stata condannata anche a pagare le spese processuali e 15 mila euro al Comune di Grottaferrata. «Sono soddisfatto – afferma l’ex sindaco – perché dopo tanto tempo abbiamo avuto piena soddisfazione ed il riconoscimento che la decisione non facile, presa allora da me e dalla giunta di centro sinistra che amministrava Grottaferrata, di interrompere il rapporto con la Food Italia era corretta». La società gestiva la mensa scolastica da tre anni quando nel 1999 aveva avuto un rinnovo del servizio per altri tre anni dalla giunta Ghelfi, senza che venisse espletata alcuna gara. Dopo qualche mese dal rinnovo iniziarono le lamentele di mamme ed insegnanti per la qualità dei cibi, sempre più scadenti a loro dire, per la scarsa igiene e il mancato rispetto dei menù programmati.
La decisione di rescindere il contratto, con il timore di eventuali penali e risarcimenti, venne presa dall’amministrazione. «Non era stata istituita – prosegue l’ex sindaco – neanche la commissione mensa per i controlli, prevista dal capitolato, e che da allora non è più mancata». «Nella sentenza di primo grado che condannava la Food Italia – ha precisato Viticchiè – il giudice ha sottolineato che i mancati versamenti contributivi erano già motivo sufficiente per la rescissione del contratto ed il Comune quindi era nella piena ragione».