Qualunquisti e senza forma. Ma anche rabbiosi e vogliosi di cambiamento. Tanti gli aggettivi con cui nel corso del tempo sono stati identificati i “Forconi”, che così non vogliono essere definiti, a cui appartengono persone di ogni estrazione sociale: dagli agricoltori con le scarpe grosse ai liberi commercianti che vogliono essere ascoltati. Tutti con l’ombra sulle spalle della crisi economica. Si definiscono il popolo che sta scrivendo la storia e da domenica 9 sta “marciando su Roma” per non chiudere gli occhi di fronte alle migliaia di persone che si tolgono la vita perché questo Paese è troppo stretto per vivere, perché questa crisi è peggiore di quella del ’29. Ma cosa vogliono realmente i Forconi la gente non lo sa. Forse perché la stampa nazionale ed i telegiornali gli dedicano poca attenzione. I più ricordano le strade bloccate, l’ora di ritardo per tornare a casa. I residenti di Roma e Latina, ad esempio, hanno bene in mente la Pontina chiusa al traffico e la rotonda di borgo Piave in tilt delle scorse manifestazioni. Ma per capire cosa spinge gli autori del “Cammino della libertà” ad annunciare l’assedio in Parlamento, entrando uno ad uno con petizioni in mano, occorre un’attenzione in più.
COORDINAMENTO DI LATINA PRESO A MODELLO
Impossibile non aver notato il loro insediamento a Latina: accanto alla rotonda di borgo Piave sorge il primo presidio e a piazza del Popolo, sotto i portici, il secondo. Lì e negli altri presidi di tutta la proovincia, 5 in totale, si concentra la mente delle loro attività. Nei giorni di manifestazione hanno distribuito da questi luoghi volantini al fine di sensibilizzare i cittadini sulle motivazioni delle loro gesta.
La provincia di Latina è considerata un posto mitico a livello nazionale sia per la presenza di Danilo Calvani, cordinatore di Latina ma punto di riferimento nazionale, sia perché il presidio di Sezze con a capo Gianni Mele è stato il primo ad avere vita in Italia. «Nella nostra provincia consenso e voglia di fare hanno trascinato tutta Italia» spiegano durante l’incontro del coordinamento 9 dicembre che si è tenuto il 5 febbraio presso il circolo cittadino di Latina. «Tante le iniziative positive partite da qui come sfilate di trattori e fiaccolate».
«Se serve fare la fila indiana per presentare le petizioni – aveva detto qualche giorno prima dell’inizio della rivoluzione partita il 9 da piazzale Partigiani di Roma, Calvani – la faremo, anche fino a Latina».
SONO A ROMA DA DOMENICA, RESTERANNO AD OLTRANZA
È da domenica 9 febbraio che igli attivisti di tutta Italia del Coordinamento 9 dicembre sono a Roma. L’intenzione è quella di restare finché il loro scopo non sarà raggiunto: far andare a casa i parlamentari. Quella che chiamano rivoluzione etico-culturale è in programma da tempo ed ha lo scopo di riunire tutto il popolo della Penisola per ribellarsi all’espropriazione dei valori. Tra un inno di Mameli ed uno striscione, i “Forconi” hanno deciso di dormire presso la basilica di Santa Maria Maggiore dalla notte tra il 10 e l’11, dichiarando «resteremo ad oltranza». La decisione dopo che gli è stato negato di poter trascorrere le notti con le tende nelle piazze. Spiegano che «per la prima volta nella storia c’è una rivoluzione per far rispettare la legge e non per convertirla».
Ai loro propositi, però, nessuno aveva creduto tanto che i primi giorni la stampa aveva definito la loro manifestazione un flop. «Purtroppo la pioggia non è stata dalla nostra:”ˆil primo giorno erano circa 2000 le persone sparse per tutta Roma ed il doppio il secondo» – spiega Delle Cave. «Saremo presto in migliaia da tutta Italia» – continua Calvani. Tra loro e il vero cammino verso la libertà, spiegano, c’è il maltempo che ha ridotto il numero dei partecipanti previsti. Ma anche se in minoranza rispetto al numero preannunciato si sono pian piano fatti sentire.
Gli attivisti non vogliono essere identificati con nessun partito politico e non hanno una particolare linea programmatica. «Puntiamo più sulla spontaneità – spiegano -: l’intento è quello di riappropriarci della nostra società ed ogni sera decideremo come muoverci il giorno successivo».
MA COSA CHIEDONO CON IL PRESIDIO A ROMA?
«Quello che produciamo deve essere valorizzato: la manifestazione ha come obiettivo riappropriarsi dei valori giusti». Dai prodotti genuini della terra a quelli genuini in senso metaforico. Ma cosa intendono concretamente i Forconi con queste dichiarazioni? Ascoltando le parole dei vari coordinatori di Latina e provincia e di avvocati, economisti e autorità intervenute all’incontro del 5 febbraio, è semplice tracciare le fondamenta del movimento. «Il paese in cui viviamo è un cimitero di suicidi di stato» – dicono – e alla crisi economica di ora ci hanno portato coloro che sono alla casta ed hanno il potere di governare. È per questo che chiediamo le dimissioni dei parlamentari. Diciamo sì alle istituzioni ma no ai rappresentanti attuali». Il pontino Danilo Calvani ci tiene a precisare che la loro manifestazione si sta svolgendo nel rispetto della costituzione, che le loro uniche armi sono gli articoli che vanno dal 50 al 54 e che ogni azione è svolta in accordo preventivo con la Questura di”ˆRoma.
IL”ˆSILENZIO”ˆDELLA”ˆSTAMPA
Ma la stampa nazionale non ne parla. Per i “Forconi”, partiti da tutta Italia verso Roma, solo un posto in basso al lato della pagina, nessuno nei telegiornali nazionali. Come se presentare uno ad uno petizioni in Parlamento, chiedere asilo alla chiesa e di essere ascoltati dal Papa, bloccare le strade (per ora solo di”ˆRoma) ed il blitz a Piramide non fossero notizie degne di nota. È difficile, in questo clima, per il popolo venire a conoscenza delle azioni del Coordinamento 9 dicembre. E ancora di più far leva sui sentimenti che vorrebbero suscitare. Eppure questo silenzio stona con quello che raccontano gli attivisti. Sin dal primo giorno, quando ancora non avevano creato alcun disturbo ed erano un numero irrisorio, erano già controllati da elicotteri che volavano sopra di loro studiando ogni mossa che facevano. Come se la paura che sia arrivato il momento in cui la gente non sta più in silenzio, in realtà ci sia.
14/02/2014