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Si potrà navigare il 24, 25, 26, 27, 28, 29 e 30 settembre dalle ore 10,00 alle ore 13,00. Non è necessaria la prenotazione, ma basterà recarsi nella seguente location, nei giorni ed orari indicati: ‘Antica Pescicoltura Catarci Ovidio’, via delle Navi Di Tiberio n. 31.
Il lago di Nemi
Il lago di Nemi è un piccolo lago vulcanico, più in alto di 25 metri rispetto al lago Albano, sui Colli Albani nel territorio dei Castelli Romani. Si tratta di un lago vulcanico dalle caratteristiche simili a quelle del lago Albano, rispetto al quale è notevolmente più piccolo. Dal punto di vista geologico, fa parte della zona detta complesso vulcanico dei Colli Albani (oppure del Vulcano Laziale. Secondo il rapporto di Goletta dei Laghi del 2009, il lago risulta balneabile per la sua interezza ad eccezione della zona antistante il Museo delle Navi. Rigogliosa è la coltivazione di fragole. Il lago di Nemi è l’unico lago italiano in cui vive il pesce re, specie sudamericana introdotta per favorire la pesca. Il lago era un apprezzato luogo di divertimenti e villeggiatura degli antichi romani.
Tra l’altro, nelle vicinanze erano situati un bosco e un luogo di culto dedicati alla dea Diana; “Nemi” infatti prende il nome (e lo attribuisce anche al paese che sorge sulle sue sponde) dal Nemus Dianae, bosco sacro dedicato alla dea; l’edificio di età romana a lei dedicato, il tempio di Diana, sorgeva originariamente sulle rive del lago ma ora ne è relativamente distante per la diminuita capienza del bacino. L’emissario, anch’esso di epoca romana, nel suo tratto sotterraneo è lungo 1650 metri, passa sotto Genzano attraversando il recinto craterico del Vulcano Laziale e si riversa incanalato nella Vallericcia.
Sin dall’antichità il lago di Nemi fu oggetto di una leggenda riguardante due navi favolose di dimensioni gigantesche, costruite in epoca romana, ricche di sfarzo e forse contenenti dei tesori, che sarebbero state sepolte sul fondo del lago per ragioni misteriose. Tale leggenda prese a circolare probabilmente sin dal I secolo d.C., e poi per tutto il Medioevo, accreditata ogni tanto dal ritrovamento occasionale di strani reperti da parte dei pescatori del lago. Queste voci avevano in effetti un fondamento di verità. Le due navi, lunghe 70 metri e larghe più di 25, erano state fatte costruire dall’imperatore Caligola, in onore della dea egizia Iside e della dea locale Diana protettrice della caccia.
Frutto di un’ingegneria avanzata e splendidamente decorate, Caligola le utilizzava come palazzi galleggianti in cui abitare o sostare sul lago, o con cui simulare battaglie navali. Ma in seguito alla sua morte avvenuta nel 41 d.C., il Senato di Roma (di cui l’imperatore era stato acerrimo avversario politico) per cancellarne il ricordo fece distruggere tutte le opere di Caligola, tra cui anche le navi di Nemi che furono affondate sul fondo del lago. Da allora la storia delle navi, unita al ricordo della loro magnificenza, fece presto a diventare leggenda.