L’incendio che spaventò i Castelli Romani
Proprio questa zona, circa un anno e mezzo fa, finì in fiamme nel corso di uno spaventoso rogo (l’eco sulla stampa locale, clicca qui). Ora, invece, diverrà un fiore all’occhiello turistico e ricettivo del comune di Albano e, più in generale, dei Castelli Romani.
Almeno questo è il progetto che il comune di Albano guidato dal sindaco Massimiliano Borelli porterà in Consiglio comunale tra l’8 e il 9 novembre. È prevista una variante al Piano Regolatore Comunale. Non è noto, nello specifico, quale tipo di progetto turistico – ricettivo sorgerà sull’area oggetto della variante.
Di sicuro, però, l’area privata in questione è stata venduta da una società (privata) di Albano, poco meno di due anni fa, ad un’altra società (sempre privata) di Roma, la ‘Prima Holding srl’.
Tra le carte che il nostro giornale ha potuto visionare si legge che:
“In considerazione del contesto urbano circostante l’area risulta essere un’opportunità per il comune di Albano laziale di creare un polo integrato con diverse funzioni (commerciale, direzionale, ristorativo, ricettivo ecc) attualmente assente nel proprio territorio nella zona a bordo della Nettunense (a tal proposito si ricorda che il tessuto e le attività circostanti ricadono tutte nei territori amministrativi del comune di Ariccia).
Le attuali Norme tecniche di attuazione della “Zona alberghiera di pianura” furono redatte in un periodo storico (anni ’80) in cui certamente lo sviluppo antropico della zona era indirizzato ad una destinazione d’uso esclusivamente industriale che rendeva interessante la creazione di un edificio ricettivo.
Allo stato attuale invece la zona ha preso una vocazione prevalentemente commerciale (soprattutto medie strutture di vendita) e pertanto la destinazione d’uso ricettiva non solo risulta non più necessaria ma, soprattutto, non più sostenibile dal punto di vista economico condannando l’area a rimanere un elemento non sviluppato degradante per il tessuto.
Da considerare a questo proposito che l’area è comunque già in larga parte asfaltata e ambientalmente compromessa (è attualmente utilizzata come deposito temporaneo di materiale edilizio).
In conclusione, l’area anziché essere un elemento di sviluppo per il comune di Abano laziale, con la possibilità di inserire attività che creerebbero valore ed occupazione, risulta essere un elemento di forte degrado.
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