L’indagine è partita da una serie di denunce presentate da diversi proprietari di immobili nel sud pontino. Questi, dopo aver sottoscritto contratti di appalto e, in alcuni casi, versato somme contrattualizzate, non hanno visto realizzati completamente o parzialmente gli interventi edilizi previsti dalle misure di sostegno economico noto come “Superbonus 110%”, introdotte dal Decreto Legislativo n. 34/2020 e relative al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Dalle investigazioni è emerso che una società con sede a Santi Cosma e Damiano avrebbe dichiarato al Fisco circa €153.000,00 di crediti d’imposta inesistenti.
Questa dichiarazione infondata è stata fatta in relazione a lavori edilizi che, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, non sono mai stati eseguiti o sono stati realizzati solo in minima parte, privi della documentazione necessaria per ottenere l’agevolazione fiscale.
Gli investigatori hanno presentato alla competente Autorità Giudiziaria una proposta di applicazione di una misura cautelare reale per contrastare l’illecito arricchimento dell’imprenditore, messo in atto con il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cassino ha emesso un’ordinanza interdittiva che impone al rappresentante legale dell’impresa di S. Cosma e Damiano il divieto di esercitare gli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per dodici mesi. Inoltre, è stato disposto il sequestro preventivo dei crediti indebitamente maturati dalla società, stimati intorno a €153.000,00.
Parallelamente, il professionista che ha asseverato, in almeno un caso, lavori non eseguiti per accedere al beneficio fiscale è stato denunciato a piede libero. Dovrà rispondere dell’accusa di falsa asseverazione, evidenziando l’importanza di garantire l’integrità del processo di richiesta e concessione del Superbonus 110%.
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