Lo attestano due categorie di dati. Quelli del teleidrometro, il sofisticato apparecchio scientifico installato all’interno del Centro federale all’inizio di settembre dalla Regione Lazio (di concerto con l’Autorità di Bacino dell’Italia Centrale – con cui siamo in contatto – e l’Anbi) proprio per monitorare l’andamento dell’altezza e temperatura del catino. L’11 settembre il lago misurava 2,66 metri, il 10 dicembre 2,59 metri, quindi – 7 centimetri nonostante le piogge delle ultime settimane.
Il calo è certificato inoltre anche dai dati raccolti (manualmente, ma in modo serio, rigoroso e costante da circa 15 mesi a questa parte) da Giancarlo Della Monica, dell’associazione Grottaferrata Sostenibile, delegato alla Sostenibilità della Giunta di Grottaferrata guidata dal sindaco Mirko Di Bernardo, dati che confermano anch’essi l’abbassamento irreversibile del lago Albano.
Gasperini: “Trend negativo, serve lo stop ai prelievi”
“Malgrado le piogge e l’abbassamento della temperatura dell’acqua – ci spiega Paolo Gasperini – il livello del lago presenta un trend negativo. Quali sono le cause? Il nostro bacino per morfologia del terreno e per assenza di sorgenti (erano 4, ma oggi hanno un apporto minimale) si rifornisce essenzialmente con la pioggia.
Troppi emungimenti
Di contro ci sono una serie di emungimenti tra i quali quello di Acea (pozzo Sforza Cesarini) che è stato “rafforzato” nel 2020 con un prelievo passato – presumibilmente – da circa 32 litri ad un potenziale 300 lt/sec e gli effetti sono tangibili. Tutto questo è sì un problema ambientale che determinerà una riduzione della biodiversità con conseguenze negative sulla qualità dell’acqua, che inciderà sulla stabilità del cono vulcanico caratterizzato da una morfologia franosa (vedi studio Roma Tre 2004), che inciderà anche sul microclima della zona.
Problema ambientale e sociale
Sarà anche un problema sociale legato alla perdita delle attività sportive e ricreative, al cambiamento del paesaggio, allo stravolgimento delle abitudini culturali dei luoghi. Sarà inoltre un danno economico per il settore turistico e per le proprietà immobiliari della zona.
Credo si debba ragionare sulla possibilità di ridurre sensibilmente l’emungimento durante il periodo invernale per dare al lago la possibilità di “rigenerarsi” e credo sia anche il momento di ragionare in merito alla quantificazione dei Servizi Ecosistemici ed ambientali (PSEA) legati allo sfruttamento della nostra risorsa naturale”.
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